Per fortuna in casa mia non c’è mai stata l’abitudine del menù fisso, non sapevi mai cosa aspettarti in tavola e anch’io seguo la tradizione; spesso nella mattinata cambio menù quindi se qualcuno prima di uscire mi chiede:
-Cosa si mangia oggi?Non è detto che poi non abbia sorprese a tavola.Devo dire però che tale domanda mi viene fatta raramente e ho l’impressione che, come me, in famiglia non si desideri conoscere cosa apparirà in tavola, io penso che in fondo la sorpresa generi appetito e anche rottura della pesante routine giornaliera, a me mangiare alla mensa per lavoro pesa moltissimo…. e non solo per la ripetitività.Invece in casa di alcune mie amiche di gioventù, secondo quale giorno ti capitava di restare a mangiare sapevi in anticipo il menù, devo dire però che la tal cosa qualche volta era d’aiuto, soprattutto quando la cuoca non era un gran che, conoscendo ormai i piatti per averli assaggiati almeno una volta, potevi rifiutare cortesemente l’invito quando sapevi di non gradire.Un martedì, a cena a casa di una mia amica misero in tavola una teglia con dei pezzetti di carne leggermente rosata e slavata in un pallido sughetto, che non riuscii a riconoscere, quando seppi, ma non lo avrei mai indovinato, che era coniglio alla cacciatora , pensai di aver sottovalutato, fino ad allora, mia madre come cuoca, con il suo coniglio ben rosolato, servito in un sugo denso di pomodoro, profumato di aromi, accompagnato spesso da polenta.Non rimasi più a cena in quella casa il martedì.
Sabato trippa quindi …con ironia, perché la trippa è buona sempre!!
Io amo questa ricetta che mi ha passato mia sorella Enrica, diversa dalla classica trippa alla fiorentina che faccio d’inverno quando non ci sono i pomodori freschi maturi, sodi e profumati.
TRIPPA CON POMODORO FRESCO E PEPERONCINO
Fare insaporire in padella in olio extravergine due belle manciate di prezzemolo tritato con tre spicchi d'aglio e un peperoncino fresco piccante a pezzetti.
Lavare bene la trippa, fare il classico taglio a bastoncini e farla saltare in padella con il trito.
Spellare dei pomodori ben maturi, tagliarli a pezzettini senza eliminare i semi, unire alla trippa, aggiustare di sale e far cuocere a fuoco basso con il coperchio per circa un'ora.
Lavare bene la trippa, fare il classico taglio a bastoncini e farla saltare in padella con il trito.
Spellare dei pomodori ben maturi, tagliarli a pezzettini senza eliminare i semi, unire alla trippa, aggiustare di sale e far cuocere a fuoco basso con il coperchio per circa un'ora.
Quando la trippa è tenera e il sugo si presenta ben ristretto è pronta.
Far riposare prima di servire, si gusta meglio se tiepida e magari
con la classica spolverata di parmigiano.
PANE DI FARINA DI KAMUT
Far lievitare la pasta per 30/ 40 minuti coperta con un telo umido, poi lavorarla ancora un po' e formare due pagnotte o due filoncini, si potrà cospargere il pane con semi di sesamo.
Far lievitare per circa un'ora poi mettere in forno a 200° per circa 50'.
Far lievitare per circa un'ora poi mettere in forno a 200° per circa 50'.
Far raffreddare su una griglia.
Questa ricetta si può utilizzare anche con la macchina del pane.
Ho servito il pane di kamut con la trippa e il suo gusto si sposa bene, anche se la bozza pratese di
pane toscano non ha rivali.
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