Come persona curiosa mi piace il nuovo,
quindi sono propensa alle
innovazioni.
Mettersi in discussione è stimolante e la ricerca, in qualsiasi campo essa
operi, è la cosa che trovo più intelligente da fare.
Ma sia nella vita che in cucina, amo un certo
equilibrio tra tradizione e novità.
Insomma non mi va di rinunciare a quei capisaldi
che considero certezze inalienabili.
Qualcuno le definisce “ regole”, io non ho
niente contro tale termine, in genere trovo le regole utili, se non diventano
rigidità.
Può valer la pena ”rompere” se c’è da rinnovare,
ma non rinunciare per il niente, per il peggio o per l’ovvio.
Se si parla poi di valori, non riesco a
“rottamare” l’onestà, l’amicizia, la lealtà... e stranamente per alcuni, pure
l’ortografia e la grammatica.
Ammetto che qualcuno possa commettere errori scrivendo e
soprattutto parlando, ma non lo trovo dignitoso quando a farlo sono gli addetti
al mestiere del nero su bianco, siano essi fra i muri delle aule, sulla carta
stampata o sullo schermo del computer.
Cosa posso fare se mi coglie il dispiacere
quando vedo, su facebook , in una mail o in un SMS, accenti vaganti, apostrofi
fluttuanti e congiuntivi divaganti; il più delle volte mi trattengo dal
giudizio, ma alla mente il pensiero sempre affiora, e pur apprezzando l’ originale
architetto, l’abile ingegnere o l’esperto artista, dolor mi assale alla vista
d " stà e pò" e per ogni amico sgrammaticato soffro davvero un po’.
Rendo omaggio a Gianni Rodari, grande scrittore, che tanto si è speso nella sua produzione letteraria per evidenziare, in modo ironico e divertente, con filastrocche e racconti, comportamenti umani ed errori grammaticali e ortografici.
Rendo omaggio a Gianni Rodari, grande scrittore, che tanto si è speso nella sua produzione letteraria per evidenziare, in modo ironico e divertente, con filastrocche e racconti, comportamenti umani ed errori grammaticali e ortografici.
Penso a come una volta, la fiera matita rossa
trafiggeva errori, che sanguinanti restavano sui quaderni a ricordarci le nostre colpe, poi la vecchia
matita è finita nel cassetto e
per l’errore non c’è più rispetto.
Come una volta...finocchi e lesso rifatti
Per entrambe queste preparazioni occorrono olio extravergine e pane toscano, se toscani non siete perderete sicuramente qualche nota di gusto, ma varrà la pena provare comunque questi due semplici ma gustosi piatti.
Finocchi rifatti nel pomodoro
Per questa antica ricetta di famiglia si possono utilizzare le foglie esterne dei finocchi, quelle che di solito si scartano, ma naturalmente anche l'intero finocchio.
Ingredienti per 4 persone: 10 foglie esterne dei finocchi o 3 finocchi interi tagliati a spicchi spessi circa 1 cm e mezzo, salsa di pomodoro q.b, farina q.b, olio extravergine, sale e pepe, parmigiano o pecorino grattati(facoltativi).
Cuocere a vapore, al dente, le foglie dei finocchi o nel caso di finocchi interi le fette di finocchio. Far raffreddare.
Salare e infarinare una per una le foglie ,se grandi tagliarle a metà.
Mettere in un piatto.
Versare nella teglia della passata di pomodoro, aggiungere olio, sale e un pizzico di zucchero, per rompere l'acidità del pomodoro. Far raggiungere alla salsa la giusta densità( in alternativa si può utilizzare anche del ragù, per coloro che sono appassionati di questo condimento).
Adagiare nella salsa i finocchi e far insaporire, aggiustare di sale e di pepe.A questo punto la ricetta è realizzata; si porta in tavola con buon pane toscano fresco e vi assicuro che questo piatto di verdura farà da "companatico", non sentirete la mancanza della carne, unico inconveniente, per chi tiene alla linea, farà mangiare tanto pane.
Io ne preparo sempre in abbondanza e li metto sotto vuoto, facendo bollire per 15 minuti in pentola a pressione ,con acqua fino a metà vasetto. Un contorno pronto da scaldare quando si va di fretta o da dare come scorta ai figli pendolari.
Un tocco di novità consiste nell'arricchire il piatto aggiungendo proprio a fine cottura due belle manciate di parmigiano o pecorino grattati. Spegnere il fuoco e coprire. Il calore e l'umidità faranno fondere il formaggio creando una crema che rende la preparazione più saporita e nutriente.
Lesso rifatto con le cipolle
Questo piatto della tradizione è uno dei modi più gustosi per riciclare il bollito avanzato, come il precedente si accompagna con pane toscano fresco, e nessuno si fermerà finché la teglia non sarà vuota e il pane terminato.
Ingredienti: 1/2 kg di bollito avanzato, 4 o 5 grosse cipolle (tassativamente rosse e tagliate a coltello), sale, pepe, concentrato di pomodoro q.b, una generosa spruzzata di aceto di vino chianti rosso, olio extravergine.
Sbucciare le cipolle rosse e tagliarle a fette spesse circa 4mm usando il coltello. E' fondamentale che la cipolla sia tagliata a fette grossolane. Mettere in una larga casseruola l'olio extravergine ed aggiungere la cipolla. Salare e lasciar stufare coperta.
La cipolla non dovrà rosolare ma cuocere morbida e piuttosto asciutta.
Tagliare a pezzettoni il bollito freddo avanzato.
Aggiungere la carne lessa alle cipolle, aggiustare di sale e pepe e far insaporire.
Unire il concentrato di pomodoro, quanto basta per dare colore all'olio, infatti la preparazione non dovrà apparire con troppo pomodoro.
Cuocere finché il pomodoro non sarà stato completamente assorbito dall'olio.
A fine cottura aggiungere una generosa spruzzata di buon aceto di vino rosso. Vi assicuro che questo accorgimento è il tocco che fa la differenza.
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