giovedì 23 agosto 2012

Memorie

Ci siamo conosciute quando i nostri giovani corpi producevano ormoni mentre adesso scherziamo sulle nostre carenze da menopausa.
C’è chi nasconde gli anni per ingannare l’amante, chi li ostenta, chi evita l’argomento.
Ad ogni incontro un anno o più è passato e purtroppo alcune di noi per motivi dolorosi mancano all’appello, ma c’è anche chi fa quasi ritorno dall’aldilà, e l’abbraccio è carico di gioia per quell’amica che fortunatamente non ha lasciato vuoto il posto.
Le ore volano e tra sincere lacrime, sorrisi o sonore risa i giorni del tempo trascorso ci passano davanti e  noi come  doppiatori fedeli  scorriamo le immagini per dare voce alle scene rievocate.
In un’ ammaliante cornice della campagna toscana, figli, mariti, compagni, madri, padri, nipotini, parenti, amici popolano i nostri  racconti; ci aggiorniamo sulle nostre vite. Tra  noi confidiamo in parole di conforto, in cenni di comprensione e bonari rimproveri per ricordarci  a vicenda la via per star bene.
Legate  da ricordi comuni di anni di scuola, in cui da giovani maestre pensavamo di cambiare le regole per una nuova istruzione, per nuovi modelli educativi, adesso l’argomento lavoro compare solo a  brevi tratti come un’illusione che vuol rimanere il più possibile pura.
Il mio tacito incarico, per queste occasioni, è quello di portare una dolce spuntino, che è sempre accolto con grande entusiasmo, quest’anno ho optato per una morbida e profumata torta di frutta.
                                                                                
                                                                        A Liana, Anna, Marta e Valentina

                                     CLAFOUTI’ AI TRE FRUTTI

Ingredienti:2 o 3 pesche, 15 susine,15 albicocche, 3 uova, 6 cucchiai di zucchero semolato più quello necessario per la teglia e la doratura, 200ml di panna fresca o latte, 80/ 100g di farina, burro q.b, 1 stecca di vaniglia, un pizzico di sale, circa 300g di crema pasticcera.

CREMA  PASTICCERA:1 uovo , 50 g. di zucchero, 10 g. di zucchero vanigliato o aroma di vaniglia, 1 cucchiaio e mezzo di amido di frumento(frumina), 1 pizzico di sale, 300g litro di latte caldo.


Montare l' uovo con lo zucchero e l’aroma di vaniglia in un tegame che possa andare sul fuoco, unire l’amido di frumentoed il sale, infine, continuando a montare,  unire il latte bollente. Mettere sul fuoco moderato e mescolare con una frusta finché la crema non raggiunga l’ebollizione.Lasciar cuocere cinque minuti continuando a mescolare.Togliere dal fuoco e lasciar intiepidire  mescolando ogni tanto.Mettere un foglio di pellicola da cucina a contatto con la superficie della crema e far raffreddare.Si consiglia di preparare la crema con un giorno d’anticipo conservandola in frigo. Prima di utilizzarla montare per qualche minuto con il frullino elettrico.La crema pasticcera può essere aromatizzata con buccia di limone invece che con la vaniglia
Imburrare una teglia e spolverizzare di zucchero.
Tagliare susine e albicocche a metà e le pesche sbucciate a spicchi.
Disporre la frutta nella teglia a file alterne.
Versare sulla frutta la crema pasticcera fredda .
Montare le uova con lo zucchero, aggiungere un pizzico di sale e i semi della bacca di vaniglia.
Aggiungere  delicatamente la farina setacciata e la panna, si dovrà ottenere una pastella semi fluida.

Versare l'impasto nella teglia sopra alla crema.

Mettere in forno statico a 180° per 25/30minuti.
Sfornare e capovolgere su carta forno , poi adagiare di nuovo nella teglia.
Spolverizzare il clafoutì con zucchero semolato, rimettere di nuovo in forno con grill delicato o funzione ventilata e far colorire la superficie.
Servire il dolce tiepido spolverizzato con zucchero vanigliato, accompagnato con una gelato morbido alla crema.
E’ buono anche freddo, ideale per la colazione, la merenda ma anche come  fine pasto.
L‘impasto del clafoutì può  essere aromatizzato con cannella, limone o liquore a piacere, alla farina può essere aggiunta  farina di mandorle o di cocco in quantità di 2 cucchiai.

Con questa ricetta partecipo al contest



martedì 21 agosto 2012

Crogiolarsi al sole


La canicola può mandare in tilt le facoltà cerebrali di molte persone;qualcuno si deprime fortemente, qualcuno diventa irascibile, qualcuno si crogiola al sole senza ascoltare la voce della propria pelle; tutti catturati dall’afa, apparentemente privi di razionalità.
Io credo di avere una momentanea attrazione verso il ventilatore, ma  spio dalle fessure della finestra la luce accecante, l’aria bruciante che già i mass media ci preannunciano prima che possiamo sensorialmente percepirla, tanto che ci è tolto il gusto di sorprenderci o di lamentarci, perché abbiamo già vissuto tutto nell’immaginario.
Comunque sorveglio dalla fessura  la metamorfosi lenta ma costante delle mie pere che dovranno candirsi, esperimento casalingo azzardato, distese sulla loro graticola assorbono il sole  e non si scompongono al mio sguardo.
Penso liberamente  al loro esito e al loro utilizzo e arrivo a ringraziare  il solleone. 

PERE CANDITE

INGREDIENTI:2kg di piccole pere molto dure, circa 500g di zucchero,
200g d’acqua.

Sbucciare le pere dividendole a metà ed asportare il torsolo.
Mettere al fuoco una casseruola con l’acqua e 350g di zucchero.

Quando bolle adagiare le mezze pere e cuocere per 3 minuti minuti.

Infine scolare.


Cuocere per altri 5 minuti lo sciroppo, togliere dal fuoco  e immergevi le pere. Lasciare in infusione per 2 giorni.
Il terzo giorno scolare le pere, bollire di nuovo  lo sciroppo con l’aggiunta di 50g di zucchero, 

togliere dal fuoco e immergere ancora la frutta.
Ripetere altre due volte il procedimento con le stesse dosi di zucchero e gli stessi tempi. La polpa della frutta diventerà via via sempre più lucida e trasparente.

Il quinto giorno scolare le pere, aggiungere 60g di zucchero, far bollire lo sciroppo, immergere la frutta, spengere il fuoco e lasciare per 2 giorni le pere nello sciroppo. Se la frutta non risulta ancora trasparente ripetere la stessa operazione (con identica dose di zucchero) e far riposare per 2 o 3 giorni ancora.
Scolare la frutta che a questo punto deve apparire lucida e lo sciroppo denso ma ancora fluido.





Le pere candite si possono conservare:
•         scolate dallo sciroppo e congelate
•        in sacchetti di carta dopo averle fatte asciugare bene su una gratella al sole  finché non siano ben prive di umidità.


•    in vasetti sottovuoto immerse nel loro sciroppo, in questo caso si dovrà togliere le pere dallo sciroppo, disporle in vasi di vetro. Portare il liquido a ebollizione e versare lo sciroppo caldo nei vasi, sulle pere, infine capovolgere per circa 20 minuti.

Con questa ricetta partecipo al contest



venerdì 10 agosto 2012

Daniela

Pronunciare un nome può essere doloroso per molto tempo, quando la perdita è grande.
Ho impiegato anni per poter pronunciare di nuovo ”Daniela”, e ancora oggi lo faccio con parsimonia perché sempre un nodo mi chiude lo stomaco.
L’amica dell’adolescenza, la  confidente di quel tempo che ti segna con raffiche violente di amore e di rabbia, io con lei stavo quieta.
Nel suo sguardo la dolcezza e la pazienza, nei suoi quindici anni  la bontà e l’assennatezza  di una madre precoce,  aveva attenzioni per me, governava la sua famiglia, mai più ho conosciuto tanta gradevolezza.
Il suo fisico esile, il bel volto affilato, gli occhi pacati, e i suoi capelli biondi, che curava tanto, e che nessuno ha pensato di sistemarle dopo le ore atroci della sua perdita.
La grande sofferenza vissuta senza rancore, eppure dire addio alla vita così presto le è costato, ed a me perderla.
Si potrebbe pensare che il ricordo abbia reso migliore la sua immagine ma non è così, solo chi la conosceva potrà darmi ragione.
Nonostante la sua giovane età lavorava, sapeva cucinare e lo faceva di corsa  nella breve pausa pranzo, si preoccupava per chi in famiglia tornava dopo di lei.
L’osservavo mentre si muoveva agile ai fornelli, ascoltando le nostre canzoni preferite, e con mia grande sorpresa  ho capito di aver memorizzato quei gesti e le sue ricette spesso improvvisate.
Le melanzane in padella  erano uno dei suoi piatti, oggi uno dei preferiti di mio figlio.

MELANZANE IN PADELLA 
Ingredienti: melanzane lunghe, basilico, aglio, peperoncino, erbe aromatiche a piacere(origano,nepitella,maggiorana..), sale, olio extravergine, pecorino o parmigiano o ricotta salata a piacere.

Tagliare le melanzane a metà per il lungo.
Incidere la polpa con dei tagli che si intreccino senza intaccare la buccia.
Allargare i tagli e mettere dentro fettine d’aglio.
Pezzetti di peperoncino.
Basilico sminuzzato grossolanamente.
Salare.
Mettere in una padella l’olio e le melanzane con la polpa a contatto della
teglia, coprire e far cuocere lentamente, se necessario aggiungere poca acqua. 

Coprire e cuocere a fuoco piuttosto dolce finché bucandole con una forchetta risulteranno tenere e leggermente rosolate. Attenzione a non rosolarle troppo altrimenti risultano amare.
Capovolgerle aiutandosi con una palettina.  
Mettere sulle melanzane le erbe aromatiche gradite. 
Spolverizzare con il formaggio prescelto prima di servire.

Oppure con una spolverata di briciole di pane  rese croccanti in padella con olio.


lunedì 6 agosto 2012

Una storia infinita

V. era un bambino che aveva qualche problema a scuola.
Iolanda , che lo aveva avuto dopo i quarant’anni, gravidanza imprevista per un’età in cui le donne allora erano considerate già vecchie, con l’esperienza di madre matura intuiva che quel terzo figlio andava aiutato.
Chiese a me, allora studentessa, di seguirlo nei compiti.
Seduta alla scrivania mettevo da parte i miei libri e accoglievo lui con i suoi.
Arrivava svogliatamente  costringendomi sulla porta ad attenderlo, pur essendo, invece, un bambino vivace e dinamico in altri momenti.
In me allora non c’era, ovviamente, niente dell’insegnante di adesso ed i disturbi dell’apprendimento erano sconosciuti, in Italia, anche agli addetti al mestiere; così V. come tanti bambini era definito uno scolaro intelligente ma  svogliato, spesso lasciato a bollire nel suo brodo, visto che non voleva collaborare.
Io vedevo la sua fatica e coglievo quel blocco che gli impediva di memorizzare le tabelline, imparare a fare calcoli e a scrivere senza errori. Non sapevo spiegarmi  le sue difficoltà ma intuivo che lui non ne era responsabile, mi sentivo impotente e di  tutto questo parlavo con Iolanda, donna sensibile ed intelligente, che non si dava pace per gli insuccessi scolastici del suo ultimo nato.
Da parte mia ancora non sapevo quanti altri alunni avrei incontrato negli anni a venire che mi avrebbero ricordato quel bambino dal sorriso dolce e dallo sguardo un po’ triste, che tante frustrazioni subiva per la scuola, con quanti neuro psichiatri avrei dovuto discutere  e essere umiliata come insegnante che fallisce con un bambino intelligente, e quanto tempo sarebbe passato prima di poter dare un nome a quel disturbo, per tutelare , aiutare, accompagnare in un percorso il più possibile sereno tutti coloro che ne sono coinvolti, aiutata, come professionista, da coloro che possono e devono farlo.
Giovane e inesperta cercavo di comprendere i suoi bisogni dialogando con lui senza capire che se avesse potuto dirmi il suo problema sarebbe stato geniale.
Per un certo periodo le divisioni a due cifre ci ossessionarono entrambi, non riusciva assolutamente a tenere sotto controllo l’algoritmo per venirne a capo, c’erano giorni in cui mi sembrava che avessimo fatto un piccolo progresso, poi il giorno dopo tutto daccapo.  Decisa a non mollare una volta gli chiesi:
-Perché non cerchi di ricordare, di farcela, così possiamo fare qualcosa di nuovo e smettere di annoiarci con le divisioni.
Accigliò lo sguardo e serio serio mi rispose:
-A che serve… tanto se imparo una cosa poi ce n’è subito un’altra da studiare.
Compresi che la sua fatica era tanto grande e nei giorni a venire dopo un breve esercizio scansavo i libri e comparivano la dama, le carte, il gioco dell’oca, la  battaglia navale, giochi con le parole, tutti quelli che ricordavo del mio mondo di bambina; il suo sguardo si illuminava ed io sapevo che comunque contava e scriveva.
Qualcosa avevo intuito, almeno saliva le scale più in fretta e si sbrigava, con il mio aiuto discreto, a fare quello che non gli piaceva.
Molti anni dopo Iolanda mi confidò di aver ascoltato una trasmissione alla radio e di aver capito che le difficoltà che suo figlio manifestava potevano essere diagnosticate come disturbi specifici dell’apprendimento per i quali andavano attivati percorsi educativi mirati, le cadde una lacrima  perché le madri provano sensi di colpa anche se magari spettano più ad altri, io non potei far altro che annuire confermando ciò che diceva anche se non c’era diagnosi certa.
Io e V. ci siamo persi di vista, spero solo  che non mi ricordi fra le sue sofferenze scolastiche, vorrei chiedergli scusa perché ora so che non ci si può improvvisare insegnanti , ho saputo che è padre e la sua esperienza potrà aiutarlo, ma vorrei anche dirgli che aveva compreso purtroppo attraverso la sua sofferenza che imparare è una storia infinita, non si finisce mai di di modificare, di migliorare  ed arricchire il nostro sapere, frutto sempre e comunque di fatica.




La Legge dell’8 ottobre 2010, nº 170  riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati "DSA".
Adesso il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell'ambito scolastico.
Ma una legge da sola non può bastare, come insegnanti dobbiamo imparare ancora e sempre.


La risposta che V. diede   a suo tempo alla mia domanda, può far sorridere, ma  nasconde una realtà, e a proposito di non finire mai d’imparare, anche in cucina,  questa è una regola piuttosto costante.
Ogni ricetta, ogni procedimento può essere modificato, migliorato e nuovi  ingredienti aggiunti.
Dopo queste riflessioni, per addolcire un po’, ecco il gelato, sul quale mi cimento ogni estate, tempo in cui apro la mia gelateria in famiglia.e il cui procedimento ed ingredienti modifico  per cercare di ottenere risultati migliori. 

Gelato di cioccolato fondente

Ingredienti per 500g di gelato: 250g di latte ridotto( bollito per 40/50 minuti con 80g di zucchero), 160g di panna fresca, 200g di cioccolato fondente, 1chiaro d’uovo per la meringa ( per la preparazione della meringa ved. ricetta gelato di crema http://cucinarestorie.blogspot.com/2011/08/gelati-e-segreti.html),  un cucchiaino raso di farina di semi di carrube. 

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato, unire  la farina di carruba e  poco latte ridotto caldo, tenere sul fuoco 2 minuti poi aggiungere il resto del latte,spengere, raffreddare .


 Unire al miscuglio ben freddo la panna. Far riposare un giorno in frigorifero. poi versare nella gelatiera.
 5 minuti prima che finisca la montatura unire la meringa preparata.
La montatura del gelato deve essere morbida, non compatta, altrimenti il gelato indurisce. Mettere il gelato in una vaschetta , se gradite, spolverizzare con delle nocciole tostate e  tritate.
Chiudere e conservare in freezer.

Gelato mou

Ingredienti per circa 500g di gelato: 500g di latte, 150g di panna fresca, 110g di zucchero, ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio, mezza stecca di vaniglia.

Questo gelato è ottenuto utilizzando la ricetta del dolce nazionale argentino”dolce di latte” che si presenta come una crema densa dal dolce sapore e anche il gelato risulterà molto cremoso.
Aprire la stecca di vaniglia con la punta di un coltellino, raschiare i semi che nel latte sprigioneranno tutto il loro aroma.
Porre in cottura a bagnomaria il latte, la panna, lo zucchero , il bicarbonato, i semi e la stecca di vaniglia.

Cuocere per circa  3 ore mescolando ogni tanto e aggiungendo acqua al bagnomaria.
La miscela assumerà  gradualmente una colorazione ambrata sempre più intensa, riducendosi notevolmente di volume.
Lasciar raffreddare.
Eliminare la stecca di vaniglia.Far riposare un giorno in frigorifero.
 Versare il gelato nella gelatiera.
La montatura del gelato deve essere morbida, non compatta, altrimenti il gelato indurisce. Mettere il gelato in una vaschetta.
Chiudere e conservare in freezer.




giovedì 2 agosto 2012

Agosto cucina mia non ti conosco


Lo slogan ,ovviamente ispirato dalla calura, non vale certo per gli appassionati che troveranno in questo mese, in cucina, molti prodotti di stagione profumati, caldamente colorati e  quindi invitanti.
Agosto è  uno dei mesi più ricchi di doni,   così c’è  chi come me deve  contrastare tra la voglia di cucinare ed il caldo che toglie questo desiderio.
Comunque per aiutare chi si dibatte fra questi problemi trovo che “il piatto unico” sia un’ alternativa accettabile, in sé può riunire la soddisfazione di sapori  e l’appagamento visivo per  le varie tonalità.
Il piatto unico è utile  per chi soffre terribilmente il caldo ai fornelli, per chi pranza fuori casa per lavoro ma desidera cibo casalingo.
Può essere cucinato nelle ore in cui l’afa è meno pressante, trasportato con un minimo di attrezzatura,  consumato freddo o riscaldato, poiché varie sono le tipologie.
Mi sento di sostenere la sua bandiera anche per l’aspetto salutista, infatti spesso fornisce energia senza appesantire troppo.

Ecco un'idea...con una padella ed una pentola puoi realizzare il piatto imbrattando poco la cucina, la qual cosa non guasta.


Riso basmati tutt'uno from Cucinare Storie

RISO BASMATI TUTT’UNO
 Ingredienti per 4 persone: circa 100g di fagiolini, 3 zucchine, curcuma o zafferano o curry q.b., 1 piccolo petto di pollo, 2 uova, salsa di soia q.b.,
sale , pepe, olio extravergine.
  
Mettere dei fagiolini tagliati a metà in acqua bollente.
Salare, aggiungere il riso tipo basmati e cuocere molto al dente. L’acqua può essere profumata con della curcuma o zafferano o curry per chi ama una nota  più piccante).
Tagliare a piccoli bocconcini il pollo o altra carne, saltare in padella con pochissimo olio,  sale e pepe.
Scolare il pollo e nella  stessa padella saltare anche zucchine tagliate a dadini.
Togliere le zucchine e nella stessa padella strapazzare un uovo a grandi fiocchi(la quantità delle uova dipende dalle persone, ogni 2 usare 1 uovo.
Scolare il riso.
Mescolare tutti gli ingredienti in padella, aggiungere una spruzzata di salsa di soia a caldo e poi un pizzico di curry.
Questo piatto si gusta meglio tiepido e se riposa un po’.
Si può rendere più fresco aggiungendo pomodoro maturo a pezzettini e del mais.
Potete variare il piatto utilizzando pesce al posto della carne e verdure a vostro piacere …peperoni, melanzane, carote o tutto ciò che gradite.