Ogni mercoledì, ormai da tempo, ho appuntamento con il
mercatino della Coldiretti dove i prodotti a chilometro zero fanno mostra di
sè, e dove i venditori offrono le loro
stagionalità. Prezioso concetto quello della stagionalità che molti ormai non prendono
in considerazione o proprio non conoscono. Talvolta il banco può sembrare
sguarnito ma l'orto e gli animali hanno come tutti momenti di grande
produttività o di riposo. Il sacco di farina Gran Prato per il mio pane è un
acquisto certo, tutto il resto invece è variabile ma ogni volta qualcosa mi
ispira e mentre acquisto e parlo la mia mente va in cerca di vecchie o nuove combinazioni. Ormai mi sento di casa e
mi diverto spesso soffermandomi a dare o cogliere qualche ricetta. L'incontro e
la a chiacchierata con qualche conoscente, con qualche ex collega o genitore di
ex alunno è quasi certa così con calma mi prendo questa uscita non solo come
scopo di acquisti ma anche per rinnovata socialità e dopo la mia partecipazione
a MasterChef c'è qualcuno che mi guarda e mi chiede se sono io, proprio io...la
maestra di MasterChef!
Ho preso l'abitudine di guardare oltre il banco , nelle cassette appoggiate per terra dove vengono messi gli scarti ; ormai mi conoscono e non si meravigliano delle mie strane richieste, anzi si incuriosiscono sorridono e mi chiedono cosa ho in mente. Ho portato a casa mazzi di foglie di finocchio, torsoli e foglie di cavolfiore e fondi di bietole, accompagnati dai sorrisi dei commercianti che volentieri mi regalano ciò che è destinato ad essere gettato. Se la bisque e il fondo bruno sono nate da gusci di crostacei o da ossa di animali non vedo perché non si possano utilizzare in modo nobile anche certi scarti vegetali.
Dopo la visita al salumificio Mannori a Vergaio ecco cosa sono diventati i fondi delle bietole e stessa sorte potrebbero avere torsoli di lattuga o di altre insalate.
Il titolo forse è un po' troppo filosofico trattandosi di verdure, ma cercare di "guardare oltre" si applica magnificamente a molte cose della nostra vita.
Ho preso l'abitudine di guardare oltre il banco , nelle cassette appoggiate per terra dove vengono messi gli scarti ; ormai mi conoscono e non si meravigliano delle mie strane richieste, anzi si incuriosiscono sorridono e mi chiedono cosa ho in mente. Ho portato a casa mazzi di foglie di finocchio, torsoli e foglie di cavolfiore e fondi di bietole, accompagnati dai sorrisi dei commercianti che volentieri mi regalano ciò che è destinato ad essere gettato. Se la bisque e il fondo bruno sono nate da gusci di crostacei o da ossa di animali non vedo perché non si possano utilizzare in modo nobile anche certi scarti vegetali.
Dopo la visita al salumificio Mannori a Vergaio ecco cosa sono diventati i fondi delle bietole e stessa sorte potrebbero avere torsoli di lattuga o di altre insalate.
Il titolo forse è un po' troppo filosofico trattandosi di verdure, ma cercare di "guardare oltre" si applica magnificamente a molte cose della nostra vita.
Un fiore per Sue Ellen e Celeste
Per questa ricetta ho utilizzato il fondo delle bietole ma si potrebbe utilizzare anche il fondo di insalata lattuga, scarola o canasta, ma anche dei fondi di carciofo.
Lessare i fondi in acqua bollente salata.
Scolare ed aprire a fiore incidendo il torsolo centrale a croce in modo da aprirlo.
Disporre in una pirofila da forno.
Affettare due fette spesse di mortadella di Prato.
Tagliarle a cubetti.
Mescolare la ricotta con il tuorlo d'uovo, salare poco e pepare.
Aggiungere i cubetti di mortadella di Prato
e l'erba cipollina tritata
Farcire le varie coste come fossero petali di un fiore.Cuocere in forno a 180° per 20 minuti.
In una padella a parte tostare in olio extravergine delle briciole di bozza pratese con farina Gran Prato del Molino Bardazzi. Servire i fiori con le briciole di pane croccante.
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