Era orgogliosa della sua dispensa, dedicava molto tempo alla preparazione di conserve dolci e salate, quei vasetti dai contenuti colorati, allineati, con le etichette, da lei personalizzate, bene in vista, la appagavano, le infondevano un senso di sicurezza.
Qualcuno considerava maniacale quel suo immagazzinare, eppure tutti erano contenti, quando, dopo aver ammirato quegli scaffali pieni di ogni bontà, si vedevano porgere qualche vasetto in dono.
A Natale preparava scatole e cesti, la scelta dei vasetti e gli abbinamenti erano studiati ponendo attenzione all’aspetto cromatico e al gusto, poi seguivano le decorazioni. Quei doni commestibili erano accettati da tutti volentieri.
Gli inviti improvvisi non la spaventavano perché la sua fedele cambusa le veniva in soccorso e tutti alla fine le elargivano complimenti per lo squisito tonno sott’olio accompagnato da verdure in aceto, in olio o in salamoia, per non parlare delle profumate acciughe sotto sale, delle mostarde e infine delle salse o marmellate per carne, pesce o formaggi.
Ogni volta, c’era qualche nuovo assaggio per deliziare e stupire i presenti.
La cena terminava sempre con la cotognata, con le scorrette d’arancia tuffate nel cioccolato, in ultimo un bicchierino di crema di limoncello, per la quale era trionfalmente acclamata, metteva fine a quegli attacchi alle sue scorte.
Via che i vasetti si svuotavano, la loro trasparenza la inquietava, ma subito c’era qualche prodotto stagionale che chiedeva di essere messo in vetro.
Provava una certa gelosia nei confronti di quell’ angolo della casa e non accettava facilmente violazioni, il suo ultimo compagno, gran mangiatore più che buongustaio, se ne era appropriato un po’ troppo e quando aveva cominciato a saccheggiare con gli amici le sue “scorte”, come impropriamente lo aveva sentito definire quella sua boutique del gusto, aveva capito che il suo vero partner avrebbe dovuto amare e rispettare anche la sua dispensa.
Qualcuno considerava maniacale quel suo immagazzinare, eppure tutti erano contenti, quando, dopo aver ammirato quegli scaffali pieni di ogni bontà, si vedevano porgere qualche vasetto in dono.
A Natale preparava scatole e cesti, la scelta dei vasetti e gli abbinamenti erano studiati ponendo attenzione all’aspetto cromatico e al gusto, poi seguivano le decorazioni. Quei doni commestibili erano accettati da tutti volentieri.
Gli inviti improvvisi non la spaventavano perché la sua fedele cambusa le veniva in soccorso e tutti alla fine le elargivano complimenti per lo squisito tonno sott’olio accompagnato da verdure in aceto, in olio o in salamoia, per non parlare delle profumate acciughe sotto sale, delle mostarde e infine delle salse o marmellate per carne, pesce o formaggi.
Ogni volta, c’era qualche nuovo assaggio per deliziare e stupire i presenti.
La cena terminava sempre con la cotognata, con le scorrette d’arancia tuffate nel cioccolato, in ultimo un bicchierino di crema di limoncello, per la quale era trionfalmente acclamata, metteva fine a quegli attacchi alle sue scorte.
Via che i vasetti si svuotavano, la loro trasparenza la inquietava, ma subito c’era qualche prodotto stagionale che chiedeva di essere messo in vetro.
Provava una certa gelosia nei confronti di quell’ angolo della casa e non accettava facilmente violazioni, il suo ultimo compagno, gran mangiatore più che buongustaio, se ne era appropriato un po’ troppo e quando aveva cominciato a saccheggiare con gli amici le sue “scorte”, come impropriamente lo aveva sentito definire quella sua boutique del gusto, aveva capito che il suo vero partner avrebbe dovuto amare e rispettare anche la sua dispensa.
MOSTARDA DI ARANCE E CIPOLLE
Ingredienti: 3 arance preferibilmente non trattate, 3 cipolle bianche o dorate, 250g di zucchero semolato o di canna, 100g di aceto di mele, 20/25g di zenzero fresco(ginger), 3 chiodi di garofano, peperoncino q.b, un pizzico di sale.
Ingredienti: 3 arance preferibilmente non trattate, 3 cipolle bianche o dorate, 250g di zucchero semolato o di canna, 100g di aceto di mele, 20/25g di zenzero fresco(ginger), 3 chiodi di garofano, peperoncino q.b, un pizzico di sale.
Lavare bene le arance, togliere la buccia con il pelapatate utilizzando solo la parte colorata .
Ne vado matta. MATTA.
RispondiEliminaLo trovo cibo per persone raffinate quindi...
RispondiEliminaBaci mamy
trovato finalmente il pepe rosa! vado ai fornelli a preparare questa delizia!
RispondiElimina