Giorni fa cercavo di ricordare chi ha portato nella nostra cucina di famiglia la buona pasta al tovagliolo, che sulla nostra tavola è sempre accolta con rinnovato entusiasmo e tripudio di gusto.
Non riuscivo a mettere a fuoco nessun ricordo, nessuna immagine mi veniva in aiuto, ma mia sorella Enrica appena le ho esposto il quesito ha risposto immediatamente:
- Me la insegnò Marta!
Marta…quanti anni passati.. quasi cinquanta….ero una bambina….lei una giovane donna.
Venne a lavorare nel piccolo supermercato, aperto vicino a casa mia, che oggi non sarebbe degno di questo nome, ma allora aveva sostituito un piccolo negozietto, quindi ci sembrava il massimo per fare la spesa.
Mi piaceva quella donna elegante e gentile, sempre ben vestita, con i capelli lisciati e le lunghe mani, magre e ben curate.
Ti porgeva le cose con garbo.
Mi piaceva guardare dalla finestra quando arrivava al lavoro, con i tacchi alti, gli abiti di buon taglio e alla moda, in quel momento nessuno avrebbe intuito che entrava nel negozio per indossare una vestaglia, coprire la sua eleganza e servire i clienti vendendo loro i cibi richiesti.
Spesso entravo in negozio con una scusa, semplicemente per vederla, mi faceva sempre una carezza, ma stranamente col dorso della mano, sentivo sulla guancia le nocche ossute e il leggero graffio dei suoi anelli.
Presi l’abitudine di andare a farle visita quasi ogni giorno, anch’io un po’ le piacevo, mi accoglieva con un sorriso e qualche complimento.
Era la prima donna dalla quale vedevo mettere in risalto la femminilità, trucco agli occhi, rossetto, i capelli scostati con gesti leggeri quasi studiati.
Un giorno, durante una della solite visite, mi disse che cambiava lavoro, aveva fatto un corso per estetista.
Lì per lì fui dispiaciuta ma pensai che quella nuova attività era sicuramente più adatta ai suoi modi aggraziati e alla sua indole.
A pensarci ora, tutto in lei contrastava con quel luogo dove passava le ore della giornata.
Non l’ho più vista ma so che con il suo mestiere ha fatto fortuna e ha incontrato l’amore.
Dedico questa ricetta alla mia cara amica Chiara, l’ha assaggiata molti anni fa a casa mia e so che le è rimasta nella memoria, nel cuore e ….. nelle papille gustative.
Non riuscivo a mettere a fuoco nessun ricordo, nessuna immagine mi veniva in aiuto, ma mia sorella Enrica appena le ho esposto il quesito ha risposto immediatamente:
- Me la insegnò Marta!
Marta…quanti anni passati.. quasi cinquanta….ero una bambina….lei una giovane donna.
Venne a lavorare nel piccolo supermercato, aperto vicino a casa mia, che oggi non sarebbe degno di questo nome, ma allora aveva sostituito un piccolo negozietto, quindi ci sembrava il massimo per fare la spesa.
Mi piaceva quella donna elegante e gentile, sempre ben vestita, con i capelli lisciati e le lunghe mani, magre e ben curate.
Ti porgeva le cose con garbo.
Mi piaceva guardare dalla finestra quando arrivava al lavoro, con i tacchi alti, gli abiti di buon taglio e alla moda, in quel momento nessuno avrebbe intuito che entrava nel negozio per indossare una vestaglia, coprire la sua eleganza e servire i clienti vendendo loro i cibi richiesti.
Spesso entravo in negozio con una scusa, semplicemente per vederla, mi faceva sempre una carezza, ma stranamente col dorso della mano, sentivo sulla guancia le nocche ossute e il leggero graffio dei suoi anelli.
Presi l’abitudine di andare a farle visita quasi ogni giorno, anch’io un po’ le piacevo, mi accoglieva con un sorriso e qualche complimento.
Era la prima donna dalla quale vedevo mettere in risalto la femminilità, trucco agli occhi, rossetto, i capelli scostati con gesti leggeri quasi studiati.
Un giorno, durante una della solite visite, mi disse che cambiava lavoro, aveva fatto un corso per estetista.
Lì per lì fui dispiaciuta ma pensai che quella nuova attività era sicuramente più adatta ai suoi modi aggraziati e alla sua indole.
A pensarci ora, tutto in lei contrastava con quel luogo dove passava le ore della giornata.
Non l’ho più vista ma so che con il suo mestiere ha fatto fortuna e ha incontrato l’amore.
Dedico questa ricetta alla mia cara amica Chiara, l’ha assaggiata molti anni fa a casa mia e so che le è rimasta nella memoria, nel cuore e ….. nelle papille gustative.
INGREDIENTI PER LA PASTA FRESCA dose per 6 persone: 250 g di farina di semola- 250 g di farina bianca 0- 5 uova intere-sale.
Lavorare a lungo gli ingredienti per la pasta fresca nel robot fino ad ottenere un impasto sodo, liscio ed elastico.
Metterlo in un sacchetto per alimenti e lasciar riposare una notte in frigo. Procedere alla lavorazione della pasta in sfoglie.Quando le sfoglie sono ancora fresche unirle a due a due premendo bene lungo il bordo( per facilitare l’operazione inumidire leggermente con acqua) oppure si possono cuocere le strisce e poi sovrapporle leggermente prima di farcirle, formando dei rettangoli di circa 30x20 cm.
La pasta va cotta immergendo una striscia per volta in una grande pentola, in abbondante acqua salata e va scolata con attenzione per non romperla.
Passata in acqua fredda a raffreddare e poi stesa su una tovaglia (fig.1).
La pasta si può cuocere in anticipo avendo però l’accortezza, dopo averla scolata dall’acqua fredda, di adagiarla in mezzo a dei teli.
INGREDIENTI PER LA FARCITURA:1Kg di spinaci lavati e lessati(si possono usare anche gli spinaci surgelati).
Per la besciamella: 1 di litro di latte, 8 cucchiai di farina, sale, noce moscata, 40g noce di burro, 100g di parmigiano.
Lavare gli spinaci, lessarli, farli raffreddare in un colino, strizzarli bene e tritarli.
Preparare la besciamella con gli ingredienti indicati, mettere sul fuoco la farina con poco latte e sale, appena inizia ad addensare lavorare energicamente con una frusta per rendere il composto liscio, poi unire lentamente tutto il latte continuando a mescolare e portare ad ebollizione per 5 minuti poi spengere il fuoco, unire la noce moscata e un fiocchetto di burro.
Far freddare la besciamella.
Mescolare gli spinaci tritati con la besciamella, unire il parmigiano grattato, aggiustare con noce moscata e sale(fig.2).
Mescolare gli spinaci tritati con la besciamella, unire il parmigiano grattato, aggiustare con noce moscata e sale(fig.2).
Spalmare la crema di spinaci su ogni rettangolo(fig.3).
Arrotolare la pasta farcita(fig. 4), mettere ogni rotolo in un tovagliolo legando le estremità con filo da cucire(fig. 5) oppure avvolgere in carta alluminio chiudendo bene le estremità a caramella(fig.6 –fig.7)l’alluminio si può usare solo se la pasta è già cotta, se si prepara il rotolo a crudo la cottura deve essere per forza nel tovagliolo.
Mettere al fuoco una capace pentola, quando l’acqua bolle salarla, adagiare i rotoli e cuocere per 25’ se si utilizza pasta già scottata altrimenti cuocere per circa 40’. Scolare e togliere dal tovagliolo(fig8), porre i rotoli in un vassoio, svolgerli, tagliarli a fette(fig. 9), condire con ragù(fig. 10) e spolverizzare di parmigiano(fig. 11). Servire.
Questa pasta saporita ma delicata si presta ad essere condita anche semplicemente con burro fuso o con salsa di pomodoro, sempre con la classica spolverata di parmigiano.Per il ragù si consiglia la preparazione a freddo(ved.indice delle ricette "Ragù di carne a freddo").
Questa volta ad emozionarsi sono stata io... già quando ho cominciato a leggere la ricetta che da tempo aspettavo, mi preparavo il commento "grazie per non esserti dimenticata", quando poi ho letto il mio nome sulla dedica un filo di nostalgia misto a gioia mi ha percorso lo stomaco...
RispondiEliminaI nostri diciassette anni nel tinello di casa tua, i nostri diciassette anni sotto il pergolato della casa sulle montagne pistoiesi dove mi avevi ospitato e dove, tutti insieme, anche con i miei, gustammo la famosa pasta al tovagliolo quella domenica in cui vennero a riprendermi. Grazie di cuore, mi piacerebbe provarla a Natale,Chiara
Anonimo ha detto...
RispondiEliminaQuesta volta ad emozionarsi sono stata io... già quando ho cominciato a leggere la ricetta che da tempo aspettavo, mi preparavo il commento "grazie per non esserti dimenticata", quando poi ho letto il mio nome sulla dedica un filo di nostalgia misto a gioia mi ha percorso lo stomaco...
I nostri diciassette anni nel tinello di casa tua, i nostri diciassette anni sotto il pergolato della casa sulle montagne pistoiesi dove mi avevi ospitato e dove, tutti insieme, anche con i miei, gustammo la famosa pasta al tovagliolo quella domenica in cui vennero a riprendermi. Grazie di cuore, mi piacerebbe provarla a Natale,Chiara
28 novembre 2010 14:14
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Mi sembra ieri, i tuoi ricordi sono anche i miei.Sarà un buon Natale!
RispondiEliminaUn abbraccio
Ivana