La
Pasqua è una festa che ha in sé la grazia e la dolcezza portata dalla
primavera, il clima mite, le ore di luce che si affacciano più a lungo ritardando
la sera.
C’è
chi ricorda il detto “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”, io penso che
come ogni festività sia più lieta se
passata in famiglia.
Proprio
prima delle vacanze pasquali avevamo programmato la visita alla casa di riposo perché
i bambini potessero sentire dalla voce dei nonni, le ninne nanne, le cantilene,
le giocose filastrocche che
avevano rallegrato la loro lontanissima infanzia.
Mi
colpì fra tutte una signora, minuta, elegante con un malinconico sorriso.
Sembrava
di passaggio, il suo sguardo era più
lucido rispetto agli occhi assenti che ci circondavano e a quelle menti
ovattate che sembravano non riuscire a percorrere a ritroso la vita, alla
ricerca di quelle parole tante volte ripetute ma ormai dimenticate.
Appena
le fui vicino mi fece molte domande sulla nostra ricerca, poi spontaneamente
cominciò a narrarmi la sua storia.
Lei
ed il marito avevano una sartoria in centro, con un' ampia e soddisfatta clientela; un lavoro amato e due figli maschi che li riempivano
d’orgoglio.
Purtroppo
aveva perso prematuramente il suo compagno, aveva tirato avanti da sola l’attività
per far crescere i due ragazzi che l’avevano amata molto.
Tragicamente
uno dopo l’altro aveva visto i figli ammalarsi e morire.
Nuore
e nipoti avevano preso la decisione di portarla nella casa di riposo.
Sopravvivere
ai figli era stata una beffa che la vita aveva voluto duramente riservarle, non
portava rancore ai familiari che l’avevano lasciata lì, non riusciva a provare
nessuna sofferenza, il dolore dell’abbandono l’aveva segnata crudelmente troppe
volte nella sua esistenza.
Guardava
i bambini che giravano intorno attenti a carpire qualche frase cantilenata, ne
chiamò alcuni e canticchiò loro una nenia che probabilmente le riportava fra le
braccia il cullare dei suoi figli.
Dopo
circa due mesi tornammo per proporre a quegli anziani uno spettacolo con canzoncine
della loro verde età.
Cercai
con gli occhi la gentile signora ma incontrai uno sguardo assente, non mi
riconobbe, seguiva solo a tratti l’esibizione dei bambini, si vedeva che la sua
mente vagava altrove.
Probabilmente
si perdeva nei dolori della sua vita,
nella mancanza degli affetti, nelle note di quelle arie conosciute ma ormai
lontane.
Torta lievitata alla crema
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TORTA
LIEVITATA ALLA CREMA
Ingredienti per 6 persone: 250g di farina,125g di
zucchero,125g di burro, 3 uova, 1 bustina di lievito in polvere, crema
pasticcera, 1 bicchierino di rum, un pizzico di sale.
Mettere in una terrina il burro morbido a
pezzetti, unire lo zucchero e montare fino ad ottenere una crema soffice,
montando incorporare un uovo intero e 2 tuorli, un bicchierino di rum, il
lievito, un pizzico di sale e la farina, a poco a poco(fig.1), mescolando
delicatamente(fig.2).
Foderare il fondo di una tortiera, di 18/19cm di diametro con i bordi alti, con un disco di carta forno imburrato e infarinato, infine con l'aiuto di una tasca stendere la pasta(fig.3-fig.4) farla aderire anche alle pareti (fig.5),
versare dentro la crema pasticcera, livellandola bene(fig.6 ). Coprire con la
pasta saldando bene i bordi(fig.7-fig.8).
Cuocere in forno a 180°/170° per circa un’ora.
Far raffreddare la torta bene, prima a temperatura
ambiente(fig.9) poi in frigorifero per
alcune ore. Sformare la torta, anche il giorno successivo alla cottura, aiutandosi con impacchi caldi
per sciogliere il velo di burro sul fondo, sistemare sul vassoio
capovolta(fig.10), eliminare la carta forno(fig.11).
Preparare alcune decorazioni di pasta di
zucchero(fig.12-fig13)
Decorare la torta con decorazioni di pasta di
zucchero(fig.14) incollate sulla superficie con la ghiaccia (fig.15-fig
16-fig17-fig18-fig19).
Affettare la torta e servire(fig.20).
Con la stessa pasta si possono fare dolcetti
monoporzione(fig.21)
Per la crema pasticcera: 1 uovo e 2
tuorli, 150 g. di zucchero, 20 g. di zucchero vanigliato o aroma di vaniglia, 5
cucchiai di amido di frumento(frumina), ¾ di litro di latte caldo.
Montare le uova con lo
zucchero e l’aroma di vaniglia in un tegame che possa andare sul fuoco, unire
l’amido di frumento continuando a montare infine unire il latte bollente.
Mettere
sul fuoco moderato e mescolare con una frusta finché la crema non raggiunga
l’ebollizione.
Lasciar
cuocere cinque minuti continuando a mescolare.
Togliere dal fuoco e
coprire la superficie con pellicola a
contatto.
Preparare la crema con un
giorno d’anticipo conservandola in frigorifero, dovrà diventare molto densa e
compatta.
Per la ghiaccia: 250g di zucchero a velo, 25g di chiaro
d’uovo, poche gocce di limone.
Prima
sciogliere con una forchetta lo zucchero con il chiaro, poi montare con il
frullino.
Il
limone serve a rendere la glassa più lucida.
Torta con mousse di albicocche
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Per il pandispagna al cioccolato: 3 uova, 180g di zucchero,
150g di farina 00, 50g fecola di patate, 8 cucchiai d’acqua bollente, 1 presa
di sale, 50g di cacao amaro, aroma di vaniglia, 2 cucchiaini di lievito.
Montare
i tuorli con l’acqua bollente. Aggiungere 180g di zucchero e montare benissimo,
finché il composto non risulta spumoso (è indispensabile il frullino
elettrico). Mescolare le farine, il cacao e il lievito nel setaccio.
Per la mousse di albicocca:f ar bollire le
albicocche in una casseruola con 125ml d’acqua e cuocere finché diventano
tenere e l’acqua è evaporata(fig.2). Lasciar raffreddare poi frullare nel robot(fig.3)
riducendole in purea(fig.4).
TORTA
CON MOUSSE DI ALBICOCCA
Ingredienti
per 12 persone: 1 pandispagna al cioccolato del diametro di circa 25cm, 125ml
d’acqua, 50g di miele dal sapore delicato, 300g di albicocche secche, 55g di
zucchero, 2 albumi grandi, 8g di
gelatina in polvere, 250ml di panna fresca.
Per il pandispagna al cioccolato: 3 uova, 180g di zucchero,
150g di farina 00, 50g fecola di patate, 8 cucchiai d’acqua bollente, 1 presa
di sale, 50g di cacao amaro, aroma di vaniglia, 2 cucchiaini di lievito.
Montare le chiare
a neve densa con la presa di sale e il restante zucchero.
Passare le farine
dal setaccio unendo delicatamente, poco per volta, alla spuma d’uovo con
l’aiuto di una frusta, alternare con un po’ di chiare montate e finito di
amalgamare la farina unire tutte le chiare montate facendo attenzione a non
smontare il composto.
Imburrare e
infarinare una teglia da forno. Versare l’impasto e cuocere in forno a 180° per
30- 35 minuti. Sfornare, lasciare qualche minuto ancora nello stampo poi
sformare su una gratella per far asciugare(fig.1). È meglio preparare il
pandispagna in anticipo anche di 2 giorni conservandolo avvolto con pellicola. Una volta freddo si può congelare.
Per utilizzarlo fare scongelare a temperatura ambiente per 20 minuti circa, il
risultato è un pandispagna perfetto, come fresco.
Preparare uno
sciroppo mettendo in un pentolino il miele, 55g di zucchero e 60ml d’acqua e
far bollire per 2 minuti.
Montare gli albumi
versando a filo lo sciroppo caldo per circa 5/8 minuti fino a che il composto
non risulti ben montato e freddo(fig.5).
Stemperare la
gelatina in 2 cucchiai d’acqua in una casseruola piccola resistente al calore e
mescolare su fuoco dolce per sciogliere completamente. Unire la gelatina alla
purea di albicocche mescolando con cura,
incorporare anche la meringa poca per volta(fig.6 ) e la panna montata(fig.7).
Far bollire mezza
tazza d’acqua con 2 cucchiai di zucchero e 4 o 5 cucchiai di liquore
all’arancia. Ottenere due strati dal pandispagna(fig.8) . Spennellare uno
strato con lo sciroppo(fig.9) , disporre metà della mousse, mettere sopra il secondo strato di pandispagna(fig.10),
bagnare con lo sciroppo e coprire con la mousse rimasta(fig.11), livellare la
superficie. Mettere il dolce in frigorifero per almeno 3 ore.
Per la decorazione: pettinare la mousse in superficie ottenendo un effetto rigato, disporre 10/12 albicocche fresche o secche tagliate in
modo da formare fiori, disporre anche alcune foglie di cioccolato fondente o
bianco(fig.12) o di cioccolato bianco colorato con colorante alimentare verde(fig.13)
infine disegnare un cestino con del cioccolato fondente fuso(fig.14) ed
eventuali scritte augurali(fig.15).
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