martedì 1 novembre 2011

Anche il naso vuole la sua parte

Avevamo trascorso una mattinata sulla splendida spiaggia di sabbia bianca di B., l’ incantevole mare di Sardegna color turchese ci aveva cullato in ripetuti bagni; quell’oasi naturale era splendida, con le mucche che si spingevano fino sul bagnasciuga come a voler esplorare, per brucare, quell’ azzurra distesa salina, innaturale per la loro fame o sete ma attraente anche per quei mansueti erbivori.
Sulla via del ritorno, lungo la strada bianca e assolata, l’auto sollevava una polvere leggera che ci accompagnava, avvolgendo ciò che il nostro sguardo cercava di cogliere.I miei figli sempre alla ricerca di qualche nuovo divertimento cominciarono a indicare in modo chiassoso, come solo i bambini sanno fare, alcuni cavalli chiusi in un recinto. Naturalmente la sosta era d’obbligo e scoprimmo, con estrema gioia per loro, che si trattava di un maneggio, così dì lì a poco erano in sella come abili cavalieri pronti per la loro avventura, gli sguardi raggianti di gioia, le guance rosse per l’emozione.
Io e mio marito esplorammo il luogo scoprendo un incantevole ristorantino all’aperto, dove un piccolo “porceddu” arrostiva lentamente sul fuoco, unto ripetutamente con rametti di mirto.
Decidemmo di fermarci per il pranzoI bambini furono entusiasti di poter trattenersi ad accarezzare i cavalli e porgere dalle loro piccole mani il fieno, poi ci raggiunsero a tavola.
Avevamo ordinato, su consiglio della cameriera, i piatti tipici, pan frattau e porceddu.
Tutto appariva in perfetta sintonia, ci apparecchiarono la tavola con tovagliette di paglia intrecciata e piatti e bicchieri di coccio.
Arrivò la fumante pirofila di pan frattau,
ma appena sollevata dal piatto la prima forchettata, il mio odorato cominciò a percepire un leggero odore di stallatico che divenne sempre più deciso mentre avvicinavo il cibo alla bocca, stessa cosa per l’acqua del rustico bicchiere. Le stoviglie e il cibo erano impregnati di un odore nauseabondo che piano piano mi entrava sempre più nel naso e che mi toglieva qualsiasi desiderio per quel cibo seppure di aspetto invitante. Tacevo per non condizionare gli altri ma, poiché non era una sensazione esclusiva, ben presto i miei figli cominciarono a dire che il cibo puzzava , fu inutile spiegare che probabilmente l’odore sgradevole proveniva dalle stoviglie di coccio, materiale estremamente assorbente in quanto a odori. Toccammo appena il cibo con grande delusione della cameriera, alla quale non avemmo il coraggio di confessarne il motivo, non tutto si può dire del piatto dove si mangia.Nonostante la delusione avevo compreso che il pan frattau, che fino ad allora non conoscevo, era un buon primo e di facile esecuzione, quindi di lì a poco comprai gli ingredienti e lo eseguii, lì in quella terra dai profumi solitamente invitanti.
Ci sembrò squisito e continuo a cucinarlo ancora oggi.
PAN FRATTAU
Ingredienti per 8 persone:
500g di pane carasau, 150/200g di pecorino sardo stagionato, 1kg e mezzo di pomodori maturi o della passata già pronta, 2 o 3 spicchi d’aglio, basilico, olio extravergine q.b, sale, pepe, un pizzico di zucchero, 8 uova .
Spellare i pomodori, per agevolare l’operazione tuffarli in acqua bollente per alcuni minuti, frullarli nel robot, mettere la polpa in una casseruola con 2 o 3 spicchi d’aglio sbucciati, un ciuffo di basilico, lo zucchero, sale e pepe(l’olio si può aggiungere in cottura o a crudo alla fine ).In mancanza di pomodori freschi si può usare della passata già pronta.Riempire con acqua una piccola casseruola abbastanza profonda, portare a leggera ebollizione e mantenerla, unire un cucchiaio di aceto, scocciare nell’ acqua un uovo, il chiaro d’uovo si addenserà formando la classica camicia mentre il tuorlo deve restare morbido, scolare delicatamente con una ramina, procedere alla cottura delle altre uova tenendole via via da parte( per facilitare l’operazione si può scocciare l’uovo in un piccolo colino che si immergerà nell’acqua in ebollizione).Mettere al fuoco una pentola con l’acqua come per cuocere la pasta, quando bolle salare, unire un cucchiaio d’olio e adagiarvi alcuni pezzi di pane carasau. Quando il pane è ammorbidito scolare con un colino e disporre nel piatto o in una pirofila, condire il primo strato con abbondante salsa di pomodoro, il pecorino grattato, un filo d’olio e a piacere del basilico fresco sminuzzato. Fare altri due strati e terminare con pecorino eventuale basilico e olio.Al posto del basilico fresco a pezzetti si può utilizzare dell’olio extravergine profumato al basilico ottenuto frullando l’olio freddo con foglie di basilico.Appoggiare l’uovo in camicia nel piatto sul pan frattau, in tal caso avremo un piatto unico.
Potremo servire il pan frattau senza l’uovo, così sarà comunque un gradevole e veloce primo piatto.

Dopo questo primo piatto si può pensare di servire un piatto leggero a base di verdura.
MELANZANE VEGETARIANE
Ingredienti per 6 persone: 6 melanzane, 7 o 8 zucchine, ½ peperone giallo, ½ peperone rosso, 250g di mozzarella, erbe aromatiche a piacere basilico, origano timo, maggiorana, olio extravergine, sale , pepe.
Lavare le melanzane e tagliarle a metà in lunghezza.

Coprire la leccarda con carta forno leggermente unta, adagiare le melanzane dal lato della polpa e far cuocere in forno finché risultano tenere(questa cottura si può fare anche in padella).
Far raffreddare.
Tagliare a piccoli dadi le zucchine e i peperoni. Saltare in padella le verdure separatamente, mantenendole croccanti, salare e pepare.
Svuotare un po’ le melanzane in modo da poterle farcire.

Unire la polpa alle verdure saltate, profumare con erbe aromatiche a piacere

e aggiungere dadini di mozzarella(lasciando da parte 1/3della dose indicata).Riempire i gusci di melanzane, metterli in una teglia , condire con un filo d’olio, infornare per 20 minuti a 180°.

Mettere sulle melanzane la restante mozzarella e porre di nuove in forno finché non fonde.

Servire tiepide o fredde.

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