Negli anni 60 gli unici mezzi di trasporto che c’erano in famiglia consistevano in un’ape del babbo e in una moto Guzzi usata, rossa fiammante, di mio cognato Giuseppe.
L’ape, aperta alle intemperie, era provvista solo di un pianale, sul quale il babbo trasportava tele e subbi nei giorni feriali, in quelli festivi saliva me e mia sorella Enrica, ci portava a far merenda a Travalle; avevamo fin dalla partenza la certezza di addentare due belle fette di buon pane toscano fresco con squisito prosciutto, anche pecorino e baccelli quando era la stagione.
Su quel mezzo, che faceva al massimo venti chilometri all’ora, ero più felice di quanto sarei oggi su una macchina sportiva, ci sorpassavano anche le biciclette ma noi ridevamo felici, con le mani sulle gonnelline per non farle alzare all’aria.
Salire sulla moto era invece una grande emozione, era il mezzo moderno.
L’ape, aperta alle intemperie, era provvista solo di un pianale, sul quale il babbo trasportava tele e subbi nei giorni feriali, in quelli festivi saliva me e mia sorella Enrica, ci portava a far merenda a Travalle; avevamo fin dalla partenza la certezza di addentare due belle fette di buon pane toscano fresco con squisito prosciutto, anche pecorino e baccelli quando era la stagione.
Su quel mezzo, che faceva al massimo venti chilometri all’ora, ero più felice di quanto sarei oggi su una macchina sportiva, ci sorpassavano anche le biciclette ma noi ridevamo felici, con le mani sulle gonnelline per non farle alzare all’aria.
Salire sulla moto era invece una grande emozione, era il mezzo moderno.
Sistemata sulla sella abbracciavo stretto mio cognato ed il vento mi spazzolava la faccia togliendomi il respiro.
La domenica mattina andavamo al Ponte alla Marina a prendere il pollo alla griglia, il cibo della domenica; già sul ponte si sentiva odore di arrosto, infatti lì vicino, in una rosticceria all’aperto, c’erano lunghi spiedi che giravano quegli inconsapevoli animali, stretti vicini in quell’ultimo sacrificio, il grasso sfrigolava sulla brace infuocata creando dei fumini che nell’aria spandevano un misto di odore di fumo e di carne.
Con il nostro cartoccio di pollo salivamo in moto, sulla strada del ritorno mi stringevo a Giuseppe, fra me e lui adesso c’era l’ingrediente principale del nostro pranzo domenicale che emanava calore e profumo e mentre mi gustavo la girata in moto, il vento sapeva di pollo.
Con il nostro cartoccio di pollo salivamo in moto, sulla strada del ritorno mi stringevo a Giuseppe, fra me e lui adesso c’era l’ingrediente principale del nostro pranzo domenicale che emanava calore e profumo e mentre mi gustavo la girata in moto, il vento sapeva di pollo.
Il pollo, come si capisce dalla mia presentazione era il piatto rappresentativo dei pranzi delle domeniche della mia infanzia, profumato e gustoso, mentre oggi è il piatto povero ,cibo di tutti i giorni, quello da banco di supermercato, da rosticceria comune, così arido, secco, abbrustolito, triste, che racconta la fretta dei tempi, la povertà del gusto sulla tavola di donne e uomini moderni.
La ricetta che vi indico non lo renderà buono come cotto al girarrosto sul carbone ma vi assicuro che è il risultato migliore che ho ottenuto nel forno di casa.
Pollo sul sale
Ingredienti:
1 pollo, sale, pepe,salvia, aglio, santoreggia, sale grosso q.b,altri aromi a piacere.
In una teglia che possa andare in forno mettere uno strato,alto due dita , di sale grossofig.1).
Fiammeffiare il pollo, lavarlo, salare e pepare normalmente da ogni parte(fig. 2).
Aromatizzare con aglio, salvia e santoreggia o altri aromi preferiti(fig.3).
Adagiare sopra il pollo e mettere in forno a 200° statico o ventilato(fig.4), con questo tipo di cottura si evitano schizzi di grasso che sporcano il forno, bisogna solo fare attenzione quando si gira che granelli di sale cadano sul piano del forno perchè il sale brucia e forma macchie.
A metà cottura girare il pollo e farlo cuocere finché divendi ben dorato e arrostito(fig.5).
Il grasso sarà colato sul sale(fig. 6) lasciando il pollo asciutto e privo di untuosità(fig.7).
E' di rigore accompagnare il pollo con le patatine fritte , se vi procurerete delle buone patate di montagna potrete ottenere delle patatine a sfoglia croccanti, certamente più sane di quelle in commercio.Hanno il vantaggio che si conservano bene e non vanno fritte all'ultimo momento, cosa che ci mette sempre un po' in difficoltà in cucina.
E' di rigore accompagnare il pollo con le patatine fritte , se vi procurerete delle buone patate di montagna potrete ottenere delle patatine a sfoglia croccanti, certamente più sane di quelle in commercio.Hanno il vantaggio che si conservano bene e non vanno fritte all'ultimo momento, cosa che ci mette sempre un po' in difficoltà in cucina.
Patate fritte
Sbucciare, lavare ed asciugare le patate.
Con il pelapatate affettare le patate a fettine sottili(fig.1,fig.2,fig.3)
Mettere il padella l'olio di arachide, scaldare e poi calare le patate una ad una(fig.4), non importa se si sovrappongono ma ogni fettina deve toccare l'olio da sola.
Friggere piano finche le patatine diventano dorate e coroccanti, girare, far finire di dorare anche sull'altro lato(fig.5), scolare e mettere su carta assorente da cucina(fig.6), poi disporle in un vassoio, salarle poco e quando sono fredde(fig.7).
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