C’erano una volta 3 arance con la buccia spessa che capitarono nelle mani di una donna che soffriva della sindrome del “ non gettare via niente”.Incise delicatamente la loro buccia dividendola in quarti e la asportò.
Mangiò golosamente i succosi spicchi poi mise a cuocere le scorze in una casseruola di acqua bollente per qualche minuto, infine le scolò.
Versò nella casseruola 200g d’acqua con 100g di zucchero, fece cuocere lo sciroppo per 5 minuti, lo tolse dal fuoco e vi immerse immediatamente le bucce.
Le poverette furono lasciate in infusione per un giorno, si chiedevano a vicenda ripetutamente quale sarebbe stata la loro sorte…….
Mangiò golosamente i succosi spicchi poi mise a cuocere le scorze in una casseruola di acqua bollente per qualche minuto, infine le scolò.
Versò nella casseruola 200g d’acqua con 100g di zucchero, fece cuocere lo sciroppo per 5 minuti, lo tolse dal fuoco e vi immerse immediatamente le bucce.
Le poverette furono lasciate in infusione per un giorno, si chiedevano a vicenda ripetutamente quale sarebbe stata la loro sorte…….
Le scorze d’arancia si erano rassegnate a restare in ammollo in quel liquido leggermente sciropposo quando si sentirono trasportare in alto fuori dal bagno zuccherino.
L’affaccendata signora pose di nuovo la casseruola sul fuoco e aggiunse allo sciroppo altri 50 g di zucchero lasciando sobbollire il tutto per alcuni minuti, poi, senza esitazione ,fuori dal fuoco, calò le bucce nel liquido caldissimo, quel tuffo spaventò le povere scorze, il calore le aggredì, piano piano si adattarono alla nuova vischiosità e per un giorno intero rimasero in attesa scoprendosi più lucide.
Non disdegnavano quel nuovo aspetto ma quali altri cambiamenti le attendevano?
III PARTE
Il terzo e il quarto giorno dall’inizio della loro avventura non accadde niente di nuovo, la donna, che ormai consideravano loro amica, ripetè gli stessi gesti con le stesse dosi di zucchero e gli stessi tempi, solo che era molto arrabbiata, borbottava strane frasi contro qualcuno o qualcosa, e ripeteva spesso le parole “presidente”……“governo” che a loro risultavano incomprensibili.
Durante uno dei loro trasferimenti avevano fatto una scoperta interessante, non erano sole, grandi bucce di cedro seguivano il loro destino.Non sapevano dove le avrebbe portate questa loro esperienza ed il misterioso avvenire le turbava, ma il loro aspetto andava migliorando, così pure il loro profumo e la loro anima bianca, sempre amara, si stava addolcendo. IV PARTE
Il quinto giorno la donna scolò le bucce, aggiunse altri 60 g di zucchero, fece scaldare lo sciroppo,spense il fuoco e ve le immerse.
Dieci giorni erano trascorsi dall’inizio della loro avventura.
Si sentivano appagate per come erano diventate, ma ancora si chiedevano il“ perché ”.
III PARTE
Il terzo e il quarto giorno dall’inizio della loro avventura non accadde niente di nuovo, la donna, che ormai consideravano loro amica, ripetè gli stessi gesti con le stesse dosi di zucchero e gli stessi tempi, solo che era molto arrabbiata, borbottava strane frasi contro qualcuno o qualcosa, e ripeteva spesso le parole “presidente”……“governo” che a loro risultavano incomprensibili.
Durante uno dei loro trasferimenti avevano fatto una scoperta interessante, non erano sole, grandi bucce di cedro seguivano il loro destino.Non sapevano dove le avrebbe portate questa loro esperienza ed il misterioso avvenire le turbava, ma il loro aspetto andava migliorando, così pure il loro profumo e la loro anima bianca, sempre amara, si stava addolcendo. IV PARTE
Il quinto giorno la donna scolò le bucce, aggiunse altri 60 g di zucchero, fece scaldare lo sciroppo,spense il fuoco e ve le immerse.
Per 2 giorni le scorze restarono, in attesa, in quel liquido che mano a mano si era fatto più denso e appiccicoso, si sentivano incollare addosso sempre di più lo zucchero.
La stessa operazione, con identica dose di zucchero, fu ripetuta il sesto giorno e il riposo si protrasse per 3 o 4 giorni ancora.
Ormai la trasformazione era ultimata, le scorze apparivano lucide, la parte bianca risultava trasparente, lo sciroppo denso ma ancora fluido.
Un senso di soddisfazione generale aleggiava nell’aria della piccola cucina.
V PARTELa stessa operazione, con identica dose di zucchero, fu ripetuta il sesto giorno e il riposo si protrasse per 3 o 4 giorni ancora.
Ormai la trasformazione era ultimata, le scorze apparivano lucide, la parte bianca risultava trasparente, lo sciroppo denso ma ancora fluido.
Un senso di soddisfazione generale aleggiava nell’aria della piccola cucina.
Dieci giorni erano trascorsi dall’inizio della loro avventura.
Si sentivano appagate per come erano diventate, ma ancora si chiedevano il“ perché ”.
-Sicuramente la risposta era prossima - così pensarono, quando, ormai candite, si sentirono sollevare per l’ultima volta.
Incredibilmente unite fino ad allora, proprio in ultimo furono separate per seguire diversi destini e nessuna di loro seppe mai a chi fosse toccata miglior sorte.
Scolate dallo sciroppo e congelate.
Fatte asciugare bene a una fonte di calore, su un termosifone ben caldo per vari giorni o nel forno ventilato a 50°, finché non furono ben prive di umidità e poi riposte alcune in sacchetti di carta ed altre sottovuoto .Incredibilmente unite fino ad allora, proprio in ultimo furono separate per seguire diversi destini e nessuna di loro seppe mai a chi fosse toccata miglior sorte.
Scolate dallo sciroppo e congelate.
Poste in vasetti di vetro, immerse nel loro sciroppo bollente, infine messe a testa in giù per circa 20 minuti per il sottovuoto.
Tagliate a bastoncini e immerse per metà nel cioccolato fondente.
L’unica cosa che sicuramente avvenne uguale per tutte, fu che la signora le guardava con identico amore.
Ciao Ivana,
RispondiEliminama prima di immergerle nel cioccolato le fai asciugare in forno o sul termosifone, o basta semplicemente sgocciolarle bene?
Grazie, e auguri.
Francesca
Scusa non avevo visto il messaggio! Basta farle asciugare qualche ora a temperatura ambiente.
RispondiEliminaAuguri!!
Ivana