martedì 10 maggio 2011

Carbone e fragole


Mentre preparo la marmellata il profumo delle fragole mi avvolge e coinvolge.

Per anni abbiamo avuto una casa in affitto sulle colline pistoiesi, che per molto tempo è stata meta dei fine settimana e delle vacanze estive.
Di quel luogo ho tanti ricordi legati a fatti e persone.
Uno dei sentieri che amavo percorrere portava alla sommità della collina dove un tempo c’erano le carbonaie, quella della carbonaia era una tecnica usata in passato in gran parte del territorio appenninico, per trasformare la legna in carbone; a memoria della loro esistenza restavano solo piccole piazzole disseminate nei boschi, a distanze abbastanza regolari, dove si capiva che il suolo era stato ripetutamente bruciato, lì timidamente crescevano piccole piante , fra queste quelle di fragola, così se nessuno ti aveva preceduto potevi fare un’abbondante raccolta di quei delicati e profumatissimi frutti.
Mentre raccoglievo le fragoline il succo mi tingeva le mani e la loro fragranza mi invogliava ad assaggiarle, un piccolo frutto da solo bastava per generare un’esplosione di gusto.
Tornando verso casa incontravo sempre qualche anziano che dal paese saliva per il viottolo e se osservava il cestino, capiva che venivi dai luoghi delle vecchie carbonaie; allora iniziavano i racconti pieni di malinconia perché quella dei carbonai era stata una vita dura.


Durante i freddi mesi invernali partivano verso la Maremma toscana o laziale , spesso portavano con sé i figli adolescenti che, costretti ad assumere impegni più grandi di loro, perdevano precocemente la loro fanciullezza. Durante molti simili racconti ho visto occhi diversi riempirsi di lacrime; di ciò che è stato resta solo il rimpianto e terra propizia per la crescita delle fragole.

La confettura con il suo sobbollire mi chiama, ma continuo a pensare a Giuseppina che giovane sposa seguì il marito in Maremma con il figlio, quell’esperienza segnò la sua vita di madre, il suo ragazzo, costretto a diventare uomo prima del tempo, imitando gli adulti, imparò a bere e il problema fu con lui fino ad una morte precoce.
Il tempo è volato insieme ai ricordi, verso la marmellata bollente nei vasi, ma continuo a vedere il piccolo paniere colmo di fragoline di bosco e a tavola, sotto la pergola, ognuno gusta lo spumoso zabaione profumato al marsala, coperto con i piccoli frutti rossi.
Ripongo in dispensa la marmellata e per oggi anche i miei pensieri.



CONFETTURA DI FRAGOLE
Per ogni chilogrammo di fragole mature dai 300 ai 500 grammi di zucchero dipende dal grado di maturazione della frutta e quindi concentrazione di zuccheri naturali,  il succo di un limone(facoltativo).
Qualsiasi  frutta per le confetture va cotta  in una larga padella per permettere all'acqua della frutta di evaporare velocemente e mantenere quindi il sapore fruttato. Cuocere bene senza aggiunta di zucchero eliminando la parte acquosa in modo da cuocere poco la confettura dopo l'aggiunta dello zucchero per evitare che acquisti note amare dello zucchero troppo cotto. 

Lavare le fragole intere, farle asciugare tenendole a scolare.

Tagliarle a pezzettoni e porle in un tegame sopra lo spargifiamma.


Cuocere la frutta per circa un'ora finché il succo acquoso si sarà consumato e la frutta apparirà
cotta e polposa.Solo a questo punto aggiungere lo zucchero, tenendone un etto da parte,far sciogliere, poi assaggiare e a gusto personale aggiungere il rimanente zucchero.


Far sobbollire per circa 30'. Sterilizzare i vasi mettendoli senza tappo in microonde per circa 5 minuti  o in forno per circa 15 minuti. Versare la confettura bollente nei vasi chiudere con tappo nuovo e pulito.Capovolgerli per almeno 10' per creare il sottovuoto.


Poi riporre in dispensa.

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