I bicchieri stavano in bella mostra nella vetrina del “ mettitutto”, così chiamavamo la credenza di legno, verniciata dalla mamma, con lo smalto bianco , per coprire quelle che consideravamo magagne dell’invecchiamento e non i segni del tempo che un sapiente antiquario avrebbe certamente rivalutato.
Avevamo poco, ma quel poco, per ignoranza di famiglia, non abbiamo saputo conservarlo, regalando pezzi di autentica bellezza al medico di famiglia…. al dentista , che a quei tempi ti cavava e non curava i denti a domicilio. Loro capivano il valore di un divano con la tappezzeria rotta, malamente appoggiato nel cortile, di un angoliera di legno intarsiato o delle mezzine di rame annerite, ormai inutilizzate da quando avevamo l’acqua in casa , ricevevano in regalo, ad una semplice richiesta, quello che sapevano avere un valore; certo non si è trattato di furto, è stata una libera concessione, ma quando ci siamo scrollati un po’ l’ignoranza di dosso, allora mi sono sentita derubata, un povero indios con nemmeno uno specchio al posto delle pietre preziose.
“Dai presto prendiamo i bicchieri!” e via a riempirli di neve, un po’ di zucchero, di limone ed ecco pronta la granita. Nessuno pensava all’inquinamento, alle piogge acide, il candore era garanzia di purezza. Con le gonnelline corte di lana scozzese a pieghe, tessuta a telaio dal babbo e cucita dalla mamma, i calzettoni di lana ruvida, fatti a ferri, le cosce scoperte, rese paonazze dalle sferzate d’aria gelida, eravamo felici dell’imprevista leccornia. Il bicchiere passava da una mano all’altra per non far gelare del tutto le dita, le risate rimbalzavano sulla neve e il silenzio ovattato di un mondo senza automobili, senza televisione che aggiorna sul maltempo, sulla situazione delle strade , dei treni, faceva apparire la neve solo come uno splendido miracolo, un dono che la natura elargiva per quel magico momento.
Sono passati tanti anni da allora e adesso nevica, per vincere il senso di nostalgia e qualcos’altro, spengo la televisione, cerco di non ascoltare il rumore del traffico, poso gli occhi sulla fruttiera, scorgo un limone, decido di mettermi a fare dei biscotti. Il calore del forno mi scalda le ossa, il profumo dei biscotti scalda un poco il mio cuore.
Avevamo poco, ma quel poco, per ignoranza di famiglia, non abbiamo saputo conservarlo, regalando pezzi di autentica bellezza al medico di famiglia…. al dentista , che a quei tempi ti cavava e non curava i denti a domicilio. Loro capivano il valore di un divano con la tappezzeria rotta, malamente appoggiato nel cortile, di un angoliera di legno intarsiato o delle mezzine di rame annerite, ormai inutilizzate da quando avevamo l’acqua in casa , ricevevano in regalo, ad una semplice richiesta, quello che sapevano avere un valore; certo non si è trattato di furto, è stata una libera concessione, ma quando ci siamo scrollati un po’ l’ignoranza di dosso, allora mi sono sentita derubata, un povero indios con nemmeno uno specchio al posto delle pietre preziose.
“Dai presto prendiamo i bicchieri!” e via a riempirli di neve, un po’ di zucchero, di limone ed ecco pronta la granita. Nessuno pensava all’inquinamento, alle piogge acide, il candore era garanzia di purezza. Con le gonnelline corte di lana scozzese a pieghe, tessuta a telaio dal babbo e cucita dalla mamma, i calzettoni di lana ruvida, fatti a ferri, le cosce scoperte, rese paonazze dalle sferzate d’aria gelida, eravamo felici dell’imprevista leccornia. Il bicchiere passava da una mano all’altra per non far gelare del tutto le dita, le risate rimbalzavano sulla neve e il silenzio ovattato di un mondo senza automobili, senza televisione che aggiorna sul maltempo, sulla situazione delle strade , dei treni, faceva apparire la neve solo come uno splendido miracolo, un dono che la natura elargiva per quel magico momento.
Sono passati tanti anni da allora e adesso nevica, per vincere il senso di nostalgia e qualcos’altro, spengo la televisione, cerco di non ascoltare il rumore del traffico, poso gli occhi sulla fruttiera, scorgo un limone, decido di mettermi a fare dei biscotti. Il calore del forno mi scalda le ossa, il profumo dei biscotti scalda un poco il mio cuore.
BISCOTTI AL LIMONE E PINOLI
INGREDIENTI:60 g di burro morbido, 100g di zucchero, la scorza grattata di mezzo limone,
1 uovo, 175g di farina 00 setacciata ,un pizzico di sale, 50g di pinoli tritati grossolanamente.
mandorle a filetti o pinoli interi q.b.,un uovo intero sbattuto.
Lavorare il burro morbido con lo zucchero, unire la scorza di limone grattata, il tuorlo e poco per volta il chiaro quanto basta per avere un impasto morbido ma che si possa lavorare con le mani, il sale, la farina e i pinoli tritati.
Far riposare l’impasto un’ora.
Fare dei bastoncini come un mignolo.
Spennellare con l’uovo e cospargere di mandorle a filetti o di pinoli.
Cuocere per 15 minuti a 180°.
Quando sono freddi polverizzare con zucchero vanigliato.
Questo biscotto dal sapore delicato si conserva a lungo in vasi di vetro o scatole di latta mantenendo la sua fragranza.
BISCOTTI AL VINSANTO
pinoli 100g.
Impastare tutti gli tutti gli ingredienti unendo per ultimi l’uvetta e i pinoli tritati grossolanamente (una parte possono essere lasciati anche interi).
Fare con l’impasto dei piccoli mucchietti,disporli sulla carta da forno.
Cuocerli a 180° per 15 minuti.
L’uvetta può essere sostituita con cioccolato fondente a pezzetti.
Questo biscotto molto gradevole di sapore si mantiene a lungo in
vasi di vetro o scatole di latta.
BISCOTTI TIPO OVIS MOLIS
Ingredienti: ½ Kg di farina 00 setacciata, 200 g di burro morbido, 200g di zucchero, 1 pizzico di sale, 2 uova, 1 busta di lievito Bertolini, marmellata q.b.
Far ammorbidire il burro a temperatura ambiente e montarlo con il frullino, unire lo zucchero e le uova continuando a montare.
Impastando con le mani unire la farina poca per volta, il pizzico di sale e il lievito.
Formare delle palline grosse come una noce.
Disporle su carta da forno.Con un dito praticare una piccola cavità al centro di ogni pallina e riempirla, aiutandosi con una sacca da pasticceria con qualche goccia di marmellata.
Cuocere 10 minuti a 180°.
Disporle su carta da forno.Con un dito praticare una piccola cavità al centro di ogni pallina e riempirla, aiutandosi con una sacca da pasticceria con qualche goccia di marmellata.
Cuocere 10 minuti a 180°.
Questo biscotto adatto per il the e per la colazione si conserva a lungo in vasi di vetro o in scatole di latta.