-Vai dal Targetti a prendere l'insalata- mi diceva la mamma.
Targetti era un anziano che aveva l'orto confinante con il nostro e quando ci mancava qualcosa diventava il nostro ortolano.
Era un uomo a cui non riuscivo a dare l'età o meglio mi sembrava molto vecchio , di poche parole, non dava confidenza, appariva burbero, in realtà forse era solo molto taciturno e laborioso, da mattina a sera curava il suo orto quasi sempre curvo verso la terra.
A volte mi fermavo a guardarlo con le mani attaccate alla rete che ci divideva. Il suo orto a differenza di quello del babbo era molto più ordinato, mio padre lo faceva avanza tempo, dopo il lavoro e quindi non si preoccupava tanto del lato estetico e poi non era meticoloso proprio di carattere. Però avevamo di tutto e pur essendo nata e cresciuta in città devo proprio a quegli orti il mio sentimento di stagionalità o consapevolezza, insomma so quando e cosa la terra ci dona.
Targetti era buffo ed incomprensibile per me quando parlava, usava termini strani , io spesso non sapevo cosa rispondergli.
Una volta che ero andata a prendere le cipolle mi chiese:
-Te n'arresto?
Cosa rispondergli? Perché voleva arrestare le mie cipolle? Che male gli avevano fatto? Naturalmente dissi di no.
La mamma poi mi spiegò che significava farne una treccia, le trecce di cipolle che si mettevano a seccare al sole.
Oppure dalla rete mi chiamava :
-Dì alla Lorenza(mia mamma) se vuole i' primo colto di piselli?
Intendeva la prima raccolta quella dei piselli più teneri e dolci.
Sapeva che ero ghiotta di baccelli e i suoi erano sempre i primi, me li lanciava dalla rete e io li gustavo proprio lì nel campo e se non avete mangiato i baccelli direttamente nell'orto in tutta la loro croccantezza, dolcezza e intensità di sapore, non sapete cosa vi siete persi.
Gli alberi da frutto e gli ortaggi erano presenti nella vita di ogni giorno e non si mangiava verdura e frutta se non nella stagione appropriata o meglio quando la stagione ci concedeva i suoi prodotti.
So perfettamente quando è il momento di cosa e mi accorgo che non è scontato per tutti , non lo è per mio marito nato e cresciuto a Venezia , non lo è per le nuove generazioni che non hanno giocato e vagabondato nell'orto di un nonno o di altro famigliare.
Poi la globalizzazione , le coltivazioni forzate, la grande distribuzione hanno fatto la loro parte confondendo completamente le idee, così che oggi non si conosce più l'intensità di un frutto maturato sulla pianta o di un pomodoro raccolto dopo che ha preso colore al sole.
I più fanno la spesa stagionalmente inconsapevoli.
Perdere il contatto con la realtà, con la terra, con i prodotti stagionali non ci fa bene.
Targetti era un anziano che aveva l'orto confinante con il nostro e quando ci mancava qualcosa diventava il nostro ortolano.
Era un uomo a cui non riuscivo a dare l'età o meglio mi sembrava molto vecchio , di poche parole, non dava confidenza, appariva burbero, in realtà forse era solo molto taciturno e laborioso, da mattina a sera curava il suo orto quasi sempre curvo verso la terra.
A volte mi fermavo a guardarlo con le mani attaccate alla rete che ci divideva. Il suo orto a differenza di quello del babbo era molto più ordinato, mio padre lo faceva avanza tempo, dopo il lavoro e quindi non si preoccupava tanto del lato estetico e poi non era meticoloso proprio di carattere. Però avevamo di tutto e pur essendo nata e cresciuta in città devo proprio a quegli orti il mio sentimento di stagionalità o consapevolezza, insomma so quando e cosa la terra ci dona.
Targetti era buffo ed incomprensibile per me quando parlava, usava termini strani , io spesso non sapevo cosa rispondergli.
Una volta che ero andata a prendere le cipolle mi chiese:
-Te n'arresto?
Cosa rispondergli? Perché voleva arrestare le mie cipolle? Che male gli avevano fatto? Naturalmente dissi di no.
La mamma poi mi spiegò che significava farne una treccia, le trecce di cipolle che si mettevano a seccare al sole.
Oppure dalla rete mi chiamava :
-Dì alla Lorenza(mia mamma) se vuole i' primo colto di piselli?
Intendeva la prima raccolta quella dei piselli più teneri e dolci.
Sapeva che ero ghiotta di baccelli e i suoi erano sempre i primi, me li lanciava dalla rete e io li gustavo proprio lì nel campo e se non avete mangiato i baccelli direttamente nell'orto in tutta la loro croccantezza, dolcezza e intensità di sapore, non sapete cosa vi siete persi.
Gli alberi da frutto e gli ortaggi erano presenti nella vita di ogni giorno e non si mangiava verdura e frutta se non nella stagione appropriata o meglio quando la stagione ci concedeva i suoi prodotti.
So perfettamente quando è il momento di cosa e mi accorgo che non è scontato per tutti , non lo è per mio marito nato e cresciuto a Venezia , non lo è per le nuove generazioni che non hanno giocato e vagabondato nell'orto di un nonno o di altro famigliare.
Poi la globalizzazione , le coltivazioni forzate, la grande distribuzione hanno fatto la loro parte confondendo completamente le idee, così che oggi non si conosce più l'intensità di un frutto maturato sulla pianta o di un pomodoro raccolto dopo che ha preso colore al sole.
I più fanno la spesa stagionalmente inconsapevoli.
Perdere il contatto con la realtà, con la terra, con i prodotti stagionali non ci fa bene.
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