Mi
ero sforzata di trovare idee originali per la consueta cena del venerdì; avevo
puntato su ricette leggere con verdure e legumi. Come al solito il mio invito
era stato accolto in modo gradito dal gruppo di amici,scelto e scremato negli
anni, che sapeva di andare a mangiare bene e in piacevole compagnia. Come spesso
accadeva si era aggiunto un nuovo commensale amico di amici che da subito non era sembrato in sintonia con il gruppo. Durante
la cena era rimasto silenzioso ed aveva aperto bocca solo per dire due cose
poco carine nei confronti dei miei piatti.Appena avevo messo in tavola la quinoa con lo stupore di qualcuno che non
l'aveva mai assaggiata, il nuovo ospite aveva esordito:
-Nuova? Scherziamo! Era coltivata dal popolo Inca già 5000 anni fa e ritenuta la madre di tutti i semi,
portatrice di benessere, prosperità e nutrimento. Fin dalle origini la quinoa era
considerata una pianta degna di venerazione a cui addirittura gli Inca avevano attributo poteri sovrannaturali, era
considerata la madre di tutti i semi. Il motivo potrebbe risiedere nelle
peculiari caratteristiche organolettiche del cereale il quale, oltre ad essere
la base dell'alimentazione del tempo, può essere mangiato nella sua interezza
semi e foglie.
La frittata di farina di ceci e carciofi era stata accolta con nuovo entusiasmo
ed il mio sorriso si era subito spento appena l'antipatica voce aveva
commentato:
-La torta di ceci è comunemente diffusa lungo le coste del mediterraneo,
tra la Maremma e
la Costa Azzurra. In Costa Azzurra viene
chiamata socca. In Liguria è un piatto molto diffuso in tutto il
territorio ed è nota come farinata.Nel savonese è nota anche come turtellassu. In Toscana è
conosciuta con diversi nomi. In Versilia e
nel Pisano è
chiamata cecìna, nel Livornese viene detta torta di ceci e nella
parte costiera della provincia di Massa Carrara viene
chiamata calda calda. In Lunigiana e Garfagnana viene
denominata farinata o torta di ceci. A Follonica,
e più in generale nel grossetano, viene chiamata sia torta
di ceci che cecìna.
In Piemonte, dall'alessandrino, all'astigiano fino al torinese viene chiamata bela cauda. In Sardegna, dove fu portata dai genovesi, prende il nome di fainè ed è diffusa principalmente nel sassarese. Col nome di fainò è nota a Carloforte.In Corsica, è un piatto tipico di Bonifacio, dove fu introdotta dai genovesi. A Ferrara venne introdotta da un ristoratore pisano alcuni decenni fa, ed è oggi uno dei piatti più popolari della ristorazione al taglio. A Gibilterra fu introdotta dalla folta colonia genovese che popolò il territorio a partire dai primi decenni del XVIII secolo; tuttora diffusissima, è nota col nome di calentita. In Uruguay e Argentina, dove è arrivata per merito degli immigranti genovesi, è nota con il nome fainà e col tempo è diventata un piatto tipico in entrambi i Paesi del Rio della Plata.In Sicilia le panelle, tipiche frittelle del palermitano, sono fatte con gli stessi ingredienti della farinata ma vengono fritte nell'olio .Nel Marocco settentrionale, di origine sefardita, esiste una variante della farinata chiamata caliente o calentita .
In Piemonte, dall'alessandrino, all'astigiano fino al torinese viene chiamata bela cauda. In Sardegna, dove fu portata dai genovesi, prende il nome di fainè ed è diffusa principalmente nel sassarese. Col nome di fainò è nota a Carloforte.In Corsica, è un piatto tipico di Bonifacio, dove fu introdotta dai genovesi. A Ferrara venne introdotta da un ristoratore pisano alcuni decenni fa, ed è oggi uno dei piatti più popolari della ristorazione al taglio. A Gibilterra fu introdotta dalla folta colonia genovese che popolò il territorio a partire dai primi decenni del XVIII secolo; tuttora diffusissima, è nota col nome di calentita. In Uruguay e Argentina, dove è arrivata per merito degli immigranti genovesi, è nota con il nome fainà e col tempo è diventata un piatto tipico in entrambi i Paesi del Rio della Plata.In Sicilia le panelle, tipiche frittelle del palermitano, sono fatte con gli stessi ingredienti della farinata ma vengono fritte nell'olio .Nel Marocco settentrionale, di origine sefardita, esiste una variante della farinata chiamata caliente o calentita .
A casa mia gliela avrei scodellata volentieri in testa.
Aleggiava un certo imbarazzo quando alzandomi avevo annunciato che avrei
servito il dolce, già immaginavo il suo sproloquio atto a denigrare di nuovo
la mia fantasia e le mie idee in cucina.
Cercavo una soluzione per tappargli la bocca poiché sentivo che la mia gentilezza nei confronti di quell'ospite stava per venir meno rovinando la serata a tutti.
Cercavo una soluzione per tappargli la bocca poiché sentivo che la mia gentilezza nei confronti di quell'ospite stava per venir meno rovinando la serata a tutti.
Unica tattica possibile vincere di cortesia...come mi ha insegnato mia madre... così annunciai che
il dolce era a base di cioccolato e fragole ed invitai il nuovo ospite ad intrattenere
gli amici con tutte le interessanti notizie che poteva dare, mentre io avrei
avuto bisogno di un po' di tempo per impiattarlo in cucina. Il saccente mi
guardò sorpreso, gli amici mi uccisero con lo sguardo, io ignorando tutti mi
diressi verso la cucina rifiutando l'aiuto di chi per sfuggire al tormento, avrebbe preferito sporcarsi le mani di cioccolata.
Cosa accadde a tavola non so ma l'arrivo del dolce fu accolto da tutti con grande felicità.
Cosa accadde a tavola non so ma l'arrivo del dolce fu accolto da tutti con grande felicità.
QUINOA DI PRIMAVERA
La
quinoa è un alimento particolarmente dotato di alti valori nutritivi. Il suo
elevato contenuto proteico la rende una valida alternativa rispetto agli alimenti di origine animale.
Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco ;contiene tutti gli amminoacidi essenziali (fatto raro nel regno vegetale) e in proporzioni bilanciate, contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi. La quinoa, non contenendo glutine, può essere consumata dai celiaci.
Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco ;contiene tutti gli amminoacidi essenziali (fatto raro nel regno vegetale) e in proporzioni bilanciate, contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi. La quinoa, non contenendo glutine, può essere consumata dai celiaci.
Ingredienti per 4 persone: 70 grammi di quinoa +50 ml
di acqua(corrispondenti a una porzione) quindi occorreranno 280 g di quinoa e
200 g d'acqua, 2 cipollotti feschi, 1/2 aglio fresco, 200 g di piselli freschi
sgusciati, 100 g di fave fresche sgusciate, olio extravergine, sale , pepe, zucchero, maggiorana q.b.
Far bollire
in acqua salata per circa 15 minuti.oppure metterla in una pentola con un filo di olio d’oliva , farla saltare per un 1 minuto con 2 pizzichi di sale, aggiungere quindi brodo o acqua e far cuocere per 15 minuti. Togliere dal fuoco e lasciarla riposare con il coperchio per 15 minuti. Cotta si conserva nel frigorifero per 2 o 3 giorni, oppure si può anche congelare e conservare nel freezer.
È cotta quando i grani si gonfiano e formano
un piccolo germoglio bianco.
Cuocere i piselli con olio, aglio fresco tritato, sale, pepe, un pizzico di
zucchero ed acqua a filo.
Cuocere le fave in acqua bollente salata o a vapore, togliere la pelle esterna.
Affettare finemente i cipollotti e farli stufare lentamente a fuoco basso in
olio.
, aggiungere la quinoa,
I piselli, le fave e la maggiorana tritata. Amalgamare, aggiustare di sale e pepe.
Per impiattare si può utilizzare un coppa pasta.
Condire con un filo d'olio crudo e decorare con della salsa fatta con le fave o i piselli cotti usati nella ricetta frullati con poca acqua di cottura della quinoa e olio e foglioline di maggiorana.
TORTINO
DI FARINA DI CECI E CARCIOFI AL PROFUMO DI CURCUMA
Ingredienti per 4 persone: 200 g di farina di ceci,
30 g di maizena, circa 250 ml d'acqua,
olio extravergine, 1/2 cucchiaino di curcuma, sale, pepe, prezzemolo e aglio o
maggiorana q.b, 1 cucchiaino di lievito istantaneo, 3 o 4 carciofi.
In una ciotola mescolare la
farina di ceci setacciata , aggiungere la maizena, la curcurma, il lievito,
diluire con l’acqua aggiungendola lentamente e mescolando con una frusta,
facendo attenzione a non formare grumi fino ad ottenere una pastella morbida, salare,
pepare, far riposare almeno 20 minuti. Tritare le erbe aromatiche scelte e aggiungere alla pastella di ceci mescolando .
Pulire i carciofi eliminando le foglie
più dure, tagliare i gambi togliendo la parte fibrosa. Aprire a metà i
carciofi, eliminare l’eventuale fieno all’interno e tenerli in acqua acidulata
con il succo di limone. Affettare i carciofi a
spicchi e farli cuocere in padella con olio, sale , pepe e poca acqua, infine
farli rosolare leggermente.
Versare la pastella di farina di ceci nella padella calda sui carciofi. Far cuocere con il coperchio a fuoco basso per circa 10 minuti per lato.
Appena la frittata è ben rosolata girarla
aiutandosi con un coperchio. Deve formare una leggera crosticina.Il tortino può essere cotto anche in forno, ungendo e spolverando con il pan grattato la teglia oppure rivestendola con carta forno e cuocendo a 180° per 25 minuti.
Servire la frittata calda o tiepida su un letto di insalata di stagione.
Se la frittata avanza può essere tagliata a cubetti ed aggiunta in un insalata mista o infilata a cubetti in spiedini alternando con pomodorini e bocconcini di mozzarella.
TORTA
DI CIOCCOLATO CON FRAGOLE IN GELATINA
Ingredienti
per 10 persone:250 g di cioccolato fondente, 225 g di burro, 90 g di zucchero
semolato, 30 ml di liquore all'arancia o brandy, 5 uova, 60 g di farina, 250 g
di fragole, 3 cucchiaini di gelatina in polvere o agaragar o altro addensante,
2 o 3 cucchiai di zucchero, sale, il succo di un limone.
Lavare le fragole, privarle della rosetta di foglioline e tagliarle a pezzi grossolani.
Mettere in una padella antiaderente le fragole con lo zucchero, un pizzico di sale , il succo di limone e la gelatina .
Cuocere a fuoco basso per circa 15/20 minuti.
Far raffreddare.
Tritare il cioccolato e farlo fondere a fuoco lento con burro, sale e zucchero, mescolando frequentemente fino ad
ottenere un composto omogeneo.
Togliere dal fuoco far raffreddare leggermente ed aggiungere il liquore.
In una ciotola sbattere le uova per circa 1 minuto, incorporare lentamente la farina setacciata mescolando senza fare grumi.
Unire la miscela di cioccolato.
Imburrare uno stampo di 23x5 cm
Rivestire con carta forno.
Versare il composto di cioccolato .
Accendere il forno a 180°.
Disporre in forno una teglia nella quale si aggiungerà acqua, deve contenere lo stampo
Quando l'acqua in forno sarà bollente
appoggiare lo stampo ed infornare per circa 25'.
La superficie tenderà a
creparsi e a diventare porosa, il bordo deve risultare solidificato mentre il centro sarà ancora
morbido.
Togliere dal forno e far raffreddare. Sformare la torta capovolgendo lo stampo su una gratella fitta, rimuovere delicatamente la carta, quindi il fondo della torta diventerà la superficie. La torta diventerà più sottile raffreddandosi.