Mi sono sposata a ventidue anni. Se i miei figli avessero
annunciato che alla mia stessa età si sposavano li avrei creduti folli. Così
cambiano i tempi e di conseguenza la vita di generazione in generazione.
Per noi il matrimonio era in fondo una conquista di libertà.
Essere libere con un marito!
Oggi molte giovani donne riderebbero di questo, ma noi con il matrimonio uscivamo finalmente dalla supervisione dei nostri genitori, che si imponevano anche negli orari talvolta pretendendo la scorta di fratelli più piccoli.
Io per fortuna essendo la minore delle mie sorelle avevo avuto un po' più di concessioni , e sposavo un giovanotto democratico che non si imponeva come sostituto di mio padre, cosa che allora poteva succedere.
Comunque non è di questo che voglio parlare, ma del nostro viaggio di nozze in Sardegna o meglio di una giornata particolare verso l'interno della Sardegna.
Ogni tanto ci dirigevamo verso l'entroterra per conoscere meglio l'isola. Il mare era splendido ovunque, ma ci affascinavano anche gli assolati nuraghe, i sughereti ,il massiccio del Gennargentu, le case dei pastori perse nel nulla che ti accoglievano per farti gustare il loro ottimo formaggio. Con una coperta sulle spalle dal caldo torrido entravi nelle fredde caciaie.
Durante una di queste escursioni ci fermammo a pranzo a Tempio Pausania.
Il cameriere ci consigliò degli spaghetti piccanti che nel menù comparivano con il nome del paese. Io e mio marito amiamo il piccante ma allora né la cucina veneta né quella toscana, almeno nelle nostre famiglie, ci aveva abituato al piccante del peperoncino, mentre il pepe era presente, a casa mia abbondantemente. Anche se so che non è del tutto salutare io lo uso volentieri e chi mi conosce e mi vede cucinare sa che la spolverata di pepe non manca mai nei miei piatti.
Torniamo al ristorante di Tempio.
Gli spaghetti si rivelarono una sorta di aglio, olio e peperoncino con ottimo pecorino sardo grattato, ma soprattutto tanto peperoncino e piccantissimo. Ad ogni forchettata ci lacrimavano gli occhi ma gustammo fino in fondo quel primo piatto , vuoi per la fame giovanile, vuoi perché ci accorgemmo che dalla cucina cameriere e cuoca ci guardavano ridendo e ci colse il dubbio che avessero esagerato con la quantità di peperoncino per burlarsi di noi . Superammo la prova a pieni voti, così ci confessò il cameriere svelandoci quello che avevamo ipotizzato, ma non ordinammo altro perché non saremmo riusciti a sentire nessun sapore compreso quello del vino che seppure decantato dal nostro cameriere non saprei dire che gusto avesse.
Per noi il matrimonio era in fondo una conquista di libertà.
Essere libere con un marito!
Oggi molte giovani donne riderebbero di questo, ma noi con il matrimonio uscivamo finalmente dalla supervisione dei nostri genitori, che si imponevano anche negli orari talvolta pretendendo la scorta di fratelli più piccoli.
Io per fortuna essendo la minore delle mie sorelle avevo avuto un po' più di concessioni , e sposavo un giovanotto democratico che non si imponeva come sostituto di mio padre, cosa che allora poteva succedere.
Comunque non è di questo che voglio parlare, ma del nostro viaggio di nozze in Sardegna o meglio di una giornata particolare verso l'interno della Sardegna.
Ogni tanto ci dirigevamo verso l'entroterra per conoscere meglio l'isola. Il mare era splendido ovunque, ma ci affascinavano anche gli assolati nuraghe, i sughereti ,il massiccio del Gennargentu, le case dei pastori perse nel nulla che ti accoglievano per farti gustare il loro ottimo formaggio. Con una coperta sulle spalle dal caldo torrido entravi nelle fredde caciaie.
Durante una di queste escursioni ci fermammo a pranzo a Tempio Pausania.
Il cameriere ci consigliò degli spaghetti piccanti che nel menù comparivano con il nome del paese. Io e mio marito amiamo il piccante ma allora né la cucina veneta né quella toscana, almeno nelle nostre famiglie, ci aveva abituato al piccante del peperoncino, mentre il pepe era presente, a casa mia abbondantemente. Anche se so che non è del tutto salutare io lo uso volentieri e chi mi conosce e mi vede cucinare sa che la spolverata di pepe non manca mai nei miei piatti.
Torniamo al ristorante di Tempio.
Gli spaghetti si rivelarono una sorta di aglio, olio e peperoncino con ottimo pecorino sardo grattato, ma soprattutto tanto peperoncino e piccantissimo. Ad ogni forchettata ci lacrimavano gli occhi ma gustammo fino in fondo quel primo piatto , vuoi per la fame giovanile, vuoi perché ci accorgemmo che dalla cucina cameriere e cuoca ci guardavano ridendo e ci colse il dubbio che avessero esagerato con la quantità di peperoncino per burlarsi di noi . Superammo la prova a pieni voti, così ci confessò il cameriere svelandoci quello che avevamo ipotizzato, ma non ordinammo altro perché non saremmo riusciti a sentire nessun sapore compreso quello del vino che seppure decantato dal nostro cameriere non saprei dire che gusto avesse.
Ormai uso il peperoncino abbondantemente e vado
pazza per i peperoncini sott'olio ripieni. Ogni anno ho la fortuna di riceverli
in regalo da amici o parenti che hanno l'orto.
Mi infilo i guanti e inizio la
lavorazione.
PEPEPERONCINI RIPIENI SOTT'OLIO
Ingredienti: 1/2 kg di peperoncini rossi tondi piccanti, 4 cucchiai di sale grosso, 1/2 litro di aceto di mele, olio extravergine q.b , 300 g di tonno sott'olio sgocciolato.
Lavare i peperoncini ed asciugarli bene con un canovaccio pulito.Munirsi di guanti e di un coltello appuntitto tipo spelucchio.Togliere il picciolo e i semi.
Mettere i peperoncini in una ciotola e cospargere con il sale grosso.Far macerare per circa due o tre ore girandoli ogni tanto.
Sciacquarli con l'aceto di mele in modo che perdano il sale ed i semi rimasti eventualmente all'interno. Scolare.Io non butto l'aceto salato lo aggiungo al lavaggio in lavastoviglie.
Mettere un po' di aceto nuovo nella ciotola e tenere i peperoncini a macerare per circa due ore girandoli ogni tanto.Se si desidera un prodotto meno acetoso evitare questo passaggio.
Scolarli dall'aceto e farli asciugare bene all'aria.Si raggrinziranno leggermente.
Frullare molto bene il tonno sgocciolato si dovrà ottebnere una pasta cremosa e molto compatta.
Riempire la cavità dei peperoncini mantenendo il ripieno leggermente sotto il bordo.
Scaldare bene i vasi di vetro nel microonde per sterilizzarli ed usare tappi nuovi ben puliti.
Mettere i peperoncini nei vasi pressandoli bene in modo da non lasciare spazi eccessivi questo per utilizzare anche meno olio.
Far scorrere l'olio nei vasi fino a coprire i peperoncini.
Chiudere con il tappo e conservare in frigorifero.
Chi ama il piccante potrà consumare questi peperoncini come cicchetto.Io li adoro sulla pizza. Frullandoli con il minipemer si otterrà una crema piccante per crostini.
Crostini di pasta brisée alle mandorle con crema di peperoncini al tonno e corallo di peperone rosso
Per la pasta brisée alle mandorleIngredienti: 200g di farina, 70g di burro o margarina, 1 pizzico di sale, acqua ghiacciata q.b.(circa 60g) 50g di farina di mandorle, 30 g di mandorle senza buccia a pezzetti ,1 uovo.
La lavorazione della pasta brisée ha inizio, come per la pasta frolla, mescolando con la punta delle dita farina, burro, farina di mandorle e un pizzico di sale, finché non assumono l’aspetto di tante briciole, in francese brisée significa spezzettato. Si procede unendo l’uovo, l’ acqua ghiacciata, le mandorle a pezzetti continuando ad impastare; la lavorazione a mano si conclude in circa 7’. Si fa riposare in frigo, avvolta nella pellicola almeno 2 ore.
Stendere la pasta a circa 5mm, con uno stampo rotondo formare idei dischi di circa 5 cm di diametro.Adagiare su carta da forno e infornare a 180° per circa 10’/15’, devono risultare dorati.
Per la crema di peperoncino al tonno:Frullare con il minipimer i peperoncini sott'olio ripieni di tonno e spalmare sui biscotti
Per la
guarnizione di corallo:100 g di peperone rosso sbucciato cotto a vapore e frullato o barbabietola rossa, farina di riso circa 10 g,
un pizzico di sale, 15 ml di olio extravergine, 1 bicchiere di acqua.
Frullare con il minipimer la barbabietola
con 3/4 di bicchiere d'acqua, aggiungere l' olio extravergine, un pizzico di sale e la farina
di riso stemprando bene senza formare grumi, far riposare 10 minuti. Ungere una
padella antiaderente e scaldarla bene. Far cadere un po' di composto e cuocere a fuoco vivace, si formerà una
sorta di crepe bucherellata da staccare con una pinza. Far asciugare su carta
assorbente.Decorare i crostini.
Insieme ai peperoncini son arrivati nella mia cucina anche dei friggitelli e poiché mi è avanzata un po' di pasta di tonno dalla ricetta precedente ho pensato di realizzare questo gustoso e appetitoso antipasto che è stato letteralmente spolverato.
Friggitelli ripieni al tonno in pastella e panko
Ingredienti per 4 persone : 12 friggitelli, pasta di tonno (ved. ricetta precedente), 4 o 5 pomodori secchi reidreati, 10/15 olive nere denocciolate, 4 cucchiai di farina bianca, 4 cucchiai di farina di riso, olio di arachidi, panko o pangrattato q.b.
Mettere in ammollo una fettina di pane.
Strizzare il pane e unirlo alla pasta di tonno , alle olive spezzettate e ai pomodori secchi reidratati in acqua calda e tritati.Amalgamare gli ingredienti.
Togliere ai friggitelli il picciolo e i semi e lavarli.
Cuocerli in microonfe per 2 minuti e 1/2 per farli leggermente ammorbidire.
Mettere il composto di tonno in una tasca.
Riempire i friggitelli.
Qualche ora prima di friggere preparare una pastellafluida con la farina, la farina di riso e l'acqua. Passare i friggitelli prima nella pastella.
Poi nel panko.
Friggere.
Far sgocciolare su carta assorbente da fritto o scottex.
Servire tiepidi o freddi.
Togliere ai friggitelli il picciolo e i semi e lavarli.
Cuocerli in microonfe per 2 minuti e 1/2 per farli leggermente ammorbidire.
Mettere il composto di tonno in una tasca.
Riempire i friggitelli.
Qualche ora prima di friggere preparare una pastellafluida con la farina, la farina di riso e l'acqua. Passare i friggitelli prima nella pastella.
Poi nel panko.
Friggere.
Far sgocciolare su carta assorbente da fritto o scottex.
Servire tiepidi o freddi.