Marinetta era una donna esile, minuta e riservata.
Io me la ricordo piuttosto silenziosa e mesta.
La sua casa si affacciava sull'aia, ma era in condizioni migliori rispetto a tutte le altre; in origine era la casa dei nonni del mio amico Carlo che erano benestanti, poi lei ed il marito ne erano diventati i proprietari, mentre le altre famiglie vivevano in affitto in case piuttosto malmesse.
La coppia non aveva avuto figli.
Marinetta per lo più se ne stava appartata, pur salutando tutti gentilmente; sedeva raramente nell'aia con le altre donne, le quali a volte la invidiavano per la sua sorte a volte la commiseravano. Il tutto a seconda dello stato d’animo e delle arrabbiature causate dai figli.
Per cui:-Beatala Marinetta ! – o –Povera Marinetta!- si alternavano nel tempo; per me queste affermazioni avevano poco significato, anche perché non capivo perché Marinetta non facesse figli e soprattutto perché dovesse esserne triste visto che talvolta una delle donne, invece, piangeva confidando alle altre di aspettarne uno.
Mi ricordo solo di aver chiesto, una volta, alla mamma se anche lei avesse pianto quando si era accorta di avermi nella pancia, la sua risposta mi rassicurò e si impresse nella mia testa di bambina diventando per me una regola di vita:
-Si deve piangere per le malattie, non per le gravidanze!
Le cose allora ce le dicevano così, punto e basta, senza tante spiegazioni.
Quando Marinetta ci invitava a salire in casa sua era un avvenimento, io non me lo facevo dire due volte, salivo svelta la ripida scala che portava alla porta di casa anche se in realtà la casa iniziava a mezza scala perché dal piccolo pianerottolo si accedeva alla camera da letto, questa era l'unica cosa che mi appariva strana mentre adoravo tutti i ninnoli che teneva sui mobili, diversamente dalla mia casa che era piuttosto spartana.
Una cosa che mi stupiva era che serviva il cibo in tavola nei piatti, sistemato con una certa cura, su una tavola ben apparecchiata, con in vista un’oliera di cristallo. mentre io ero abituata a vedere il grande tegame al centro della tavola, dal quale tutti si servivano e l'olio in cucina in una bottiglia con un unto tappo di sughero e solo la mamma vi accedeva con parsimonia.
Tutto nell’appartamento era lindo e ben sistemato, tutto in ordine e in armonia, mi guardavo intorno cercando di gustare al massimo la visita, alla fine ricevevo sempre qualche caramella.
Marinetta invecchiò in quella casa, poi rimase vedova ed i suoi ultimi anni andò a vivere con una sorella.
Non so altro.
Io me la ricordo piuttosto silenziosa e mesta.
La sua casa si affacciava sull'aia, ma era in condizioni migliori rispetto a tutte le altre; in origine era la casa dei nonni del mio amico Carlo che erano benestanti, poi lei ed il marito ne erano diventati i proprietari, mentre le altre famiglie vivevano in affitto in case piuttosto malmesse.
La coppia non aveva avuto figli.
Marinetta per lo più se ne stava appartata, pur salutando tutti gentilmente; sedeva raramente nell'aia con le altre donne, le quali a volte la invidiavano per la sua sorte a volte la commiseravano. Il tutto a seconda dello stato d’animo e delle arrabbiature causate dai figli.
Per cui:-Beata
Mi ricordo solo di aver chiesto, una volta, alla mamma se anche lei avesse pianto quando si era accorta di avermi nella pancia, la sua risposta mi rassicurò e si impresse nella mia testa di bambina diventando per me una regola di vita:
-Si deve piangere per le malattie, non per le gravidanze!
Le cose allora ce le dicevano così, punto e basta, senza tante spiegazioni.
Quando Marinetta ci invitava a salire in casa sua era un avvenimento, io non me lo facevo dire due volte, salivo svelta la ripida scala che portava alla porta di casa anche se in realtà la casa iniziava a mezza scala perché dal piccolo pianerottolo si accedeva alla camera da letto, questa era l'unica cosa che mi appariva strana mentre adoravo tutti i ninnoli che teneva sui mobili, diversamente dalla mia casa che era piuttosto spartana.
Una cosa che mi stupiva era che serviva il cibo in tavola nei piatti, sistemato con una certa cura, su una tavola ben apparecchiata, con in vista un’oliera di cristallo. mentre io ero abituata a vedere il grande tegame al centro della tavola, dal quale tutti si servivano e l'olio in cucina in una bottiglia con un unto tappo di sughero e solo la mamma vi accedeva con parsimonia.
Tutto nell’appartamento era lindo e ben sistemato, tutto in ordine e in armonia, mi guardavo intorno cercando di gustare al massimo la visita, alla fine ricevevo sempre qualche caramella.
Marinetta invecchiò in quella casa, poi rimase vedova ed i suoi ultimi anni andò a vivere con una sorella.
Non so altro.
Queste due ricette minute e semplici, mi hanno fatto venire in mente Marinetta, anche se non so cosa e come cucinasse, so che sicuramente amava curare l’aspetto delle “cose".
BUDINO DI PANE CON SPIEDINO
Ingredienti per 6 persone: 150g di pane toscano raffermo, 250g di pomodori pelati, 2 pomodori maturi ben sodi, brodo vegetale q.b.,, 1 piccola cipolla, 3 fogli di gelatina o 3 cucchiaini di agar agar, 2 spicchi d’aglio, basilico q.b., olio extravergine ,sale, mozzarelle a bocconcino.
Tritare cipolla e aglio, metterli in una casseruola con olio e acqua e lasciar stufare. Unire i pomodori pelati a pezzettini, far insaporire la salsa .
Unire i dadi di pane, cuocere per 5 minuti, infine unire il brodo vegetale.Proseguire la cottura per circa ½ ora, mescolando spesso.Regolare di sale.Tagliare finemente un po’ del basilico.Ammorbidire la gelatina in acqua fredda.Incorporare al pane la gelatina o l’agar agar, cuocere per qualche minuto, unire il basilico e suddividere il composto negli stampini.
Lasciar intiepidire i budinetti poi conservare in frigo e servire a temperatura ambiente .Lavare il basilico e farlo asciugare. Mettere un po’ d’olio nel freezer in modo che raffreddi.Frullare il basilico con l’olio freddo nel mixer, salare poco.
Scottare i pomodori un attimo, poi pelarli, tagliarli a spicchi , infilarli negli spiedini alternando con le mozzarelline.
Sformare i budini e servire con gli spiedini e la salsa di basilico.
MEZZE MANICHE CRUDO E RUCOLA
Ingredienti per 4 persone: 400g circa di pasta formato mezze maniche, 150g di crescenza, 100g di rucola, 100g di prosciutto crudo dolce, 40g di parmigiano reggiano, olio extravergine, sale e pepe.
Eliminare dal prosciutto le parti grasse e tagliare a striscioline non troppo sottili.Lavare la rucola ed asciugarla nella centrifuga da insalata infine spezzettarla.Cuocere la pasta in abbondante acqua salataFrullare nel robot la crescenza con 5 cucchiai d’olio e un poco di acqua di cottura della pasta per ottenere una crema piuttosto fluida.Scolare la pasta al dente, condire con la crema di crescenza, unire la rucola, il prosciutto, il parmigiano a scaglie sottili e una generosa macinata di pepe e servire.
DOLCETTI CIOCCORISO
Ingredienti: 50 g di riso soffiato, 350 g di cioccolato fondente,400 g di ricotta, polvere di caffè q.b., zucchero a velo q.b..
Spezzettare il cioccolato e fonderlo a bagnomaria.
Disporre in una teglia la carta da forno, stendere il cioccolato in uno strato piuttosto sottile.
Disporre sopra il riso e pressare bene.
Mettere in frigorifero finché il composto non si compatti solidificandosi.
Tagliare il composto con un coppa pasta. Per ottenere le forme desiderate.
Si possono conservare in frigorifero fino al loro utilizzo per la farcitura e decorazione.
Frullare la ricotta con lo zucchero a velo e la polvere di caffè raggiungendo l'intensità di gusto desiderata.
Accoppiare le forme di riso e farcire con la crema di ricotta al caffè.
Decorare con altra crema al caffè e servire.