Quanto era lungo l'inverno e quante volte scrutavamo
fuori con il naso schiacciato contro i vetri ghiacciati.
Così quando le prime timide giornate primaverili si presentavano, uscivamo come cavallette per troppo tempo trattenute.
Zampettavamo allegri assaporando la nuova libertà.
Le raccomandazioni delle madri erano scordate ancor prima che espresse.
Volavamo letteralmente verso l'argine del Bisenzio, meta ambita, assaporando la dolcezza dell'aria che entrava in noi mentre noi le donavamo la nostra musica fatta di passi chiassosi, di risate, di strilli e respiri affannati per la corsa.
Le guance rosse, lo sguardo all'acqua, ci spingevamo verso il fiume eludendo le regole; le mani agguantavano sassi lisci e piatti da lanciare lontano con tonfi e spruzzi spumeggianti.
La nostra frenesia di conquista dell' indipendenza giornaliera lentamente si acquietava e il vigore diventava calma pacata, una melodia leggera, allora gli sguardi si rivolgevano ai primi fiori che facevano capolino fra l'erba novella, diventavamo teneri come i primi virgulti che ci osservavano silenziosi , ma anche forti con dentro la nostra voglia di crescere.
Un pensiero romantico ci sfiorava ed allora compariva la voglia del mazzolino di fiori per la mamma.
Ci arrampicavamo sull'argine, ci inoltravamo nei campi, ed iniziava la gara al fiore spontaneo più bello o raro.
Margherite, primule, ranuncoli, violette non avevano scampo, del resto l'amore può muovere anche qualche piccola crudeltà.
Gli innocenti nascituri finivano nelle nostri mani cucciole ma calde di vita e abbassavano la testa chiudendosi in sé, troppo orgogliosi per non mostrarsi, troppo fragili per ribellarsi; noi subivamo il loro fascino, loro la nostra giovanile prepotenza.
Io amavo masticare il gambo del fresco scricchiolante trifoglio, succhiavo con piacere il succo acidulo con lontana allora da me l'idea che i fiori potessero stare nel piatto.
Le mamme facevano grandi complimenti a quelle matasse di petali e gambi che uscivano dalle nostre dita insieme ad un sorriso, cercavano un bicchiere dove i fiorellini finivano tristemente affogati.
Speriamo che almeno potessero udire lo schiocco dei baci che le mamme ci stampavano sulle guance, per quello era valsa la pena di morire.
Così quando le prime timide giornate primaverili si presentavano, uscivamo come cavallette per troppo tempo trattenute.
Zampettavamo allegri assaporando la nuova libertà.
Le raccomandazioni delle madri erano scordate ancor prima che espresse.
Volavamo letteralmente verso l'argine del Bisenzio, meta ambita, assaporando la dolcezza dell'aria che entrava in noi mentre noi le donavamo la nostra musica fatta di passi chiassosi, di risate, di strilli e respiri affannati per la corsa.
Le guance rosse, lo sguardo all'acqua, ci spingevamo verso il fiume eludendo le regole; le mani agguantavano sassi lisci e piatti da lanciare lontano con tonfi e spruzzi spumeggianti.
La nostra frenesia di conquista dell' indipendenza giornaliera lentamente si acquietava e il vigore diventava calma pacata, una melodia leggera, allora gli sguardi si rivolgevano ai primi fiori che facevano capolino fra l'erba novella, diventavamo teneri come i primi virgulti che ci osservavano silenziosi , ma anche forti con dentro la nostra voglia di crescere.
Un pensiero romantico ci sfiorava ed allora compariva la voglia del mazzolino di fiori per la mamma.
Ci arrampicavamo sull'argine, ci inoltravamo nei campi, ed iniziava la gara al fiore spontaneo più bello o raro.
Margherite, primule, ranuncoli, violette non avevano scampo, del resto l'amore può muovere anche qualche piccola crudeltà.
Gli innocenti nascituri finivano nelle nostri mani cucciole ma calde di vita e abbassavano la testa chiudendosi in sé, troppo orgogliosi per non mostrarsi, troppo fragili per ribellarsi; noi subivamo il loro fascino, loro la nostra giovanile prepotenza.
Io amavo masticare il gambo del fresco scricchiolante trifoglio, succhiavo con piacere il succo acidulo con lontana allora da me l'idea che i fiori potessero stare nel piatto.
Le mamme facevano grandi complimenti a quelle matasse di petali e gambi che uscivano dalle nostre dita insieme ad un sorriso, cercavano un bicchiere dove i fiorellini finivano tristemente affogati.
Speriamo che almeno potessero udire lo schiocco dei baci che le mamme ci stampavano sulle guance, per quello era valsa la pena di morire.
RISO
BASMATI CON GAMBERI, CARCIOFI E CREMA AL LIMONE E AGRETTI
Ingredienti
per 4 persone: 160 g di riso basmati, 350ml
di brodo vegetale, 2 carciofi, circa 30/40 gamberetti, olio extravergine, sale,
pepe, 100 g di agretti, vino bianco q.b.
Pulire i carciofi eliminando le foglie esterne fino ad
arrivare al cuore e tenerli in acqua acidulata con limone per non farli scurire.
Affettare finemente i cuori di carciofo e i gambi.
Cuocere in padella con olio, poco vino bianco,sale e pepe, mantenendoli croccanti.
Scottare gli agretti in acqua bollente o a vapore
Affettare finemente i cuori di carciofo e i gambi.
Cuocere in padella con olio, poco vino bianco,sale e pepe, mantenendoli croccanti.
Scottare gli agretti in acqua bollente o a vapore
Frullarli con il minipimer con
olio, sale e pepe.
Tritare finemente la cipolla e farla appassire dolcemente con 3 cucchiai d'olio e acqua unire il riso, mescolare, poi irrorare con il brodo bollente e passare in forno a 180° per circa 16’ oppure nel microonde.Mettere i gamberetti in un colino, sciacquarli e lessarli in acqua bollente salata per 2 minuti dall'immersione. Scolare ed eliminare gusci e condire con poco olio e sale.
Mettere nei piatti la salsa di agretti, mettere il riso basmati in formacon coppapasta e appoggiare sulla salsa di agretti, decorare con gamberi e carciofi e la crema al limone.
Tritare finemente la cipolla e farla appassire dolcemente con 3 cucchiai d'olio e acqua unire il riso, mescolare, poi irrorare con il brodo bollente e passare in forno a 180° per circa 16’ oppure nel microonde.Mettere i gamberetti in un colino, sciacquarli e lessarli in acqua bollente salata per 2 minuti dall'immersione. Scolare ed eliminare gusci e condire con poco olio e sale.
Unire al riso i carciofi e i gamberi lasciandone un po' di entrambi per decorare.
Mettere nei piatti la salsa di agretti, mettere il riso basmati in formacon coppapasta e appoggiare sulla salsa di agretti, decorare con gamberi e carciofi e la crema al limone.
Servire tiepido o freddo.
Per la crema al limone: 30
g di burro + 20 g facoltativi, 3 cucchiai di farina 00 rasi, 1 limone, 100 ml di acqua.
In
una casseruola fa sciogliere 30 g di burro.
Aggiungere la farina cuocere mescolando con una frusta per circa 1 minuto.
Versare il succo di limone e 100 ml di acqua.
Continuare a mescolare e regolare di sale e pepe, far bollire.
Togliere dal fuoco ed unire il resto del burro mescolando con una frusta.
Aggiungere la farina cuocere mescolando con una frusta per circa 1 minuto.
Versare il succo di limone e 100 ml di acqua.
Continuare a mescolare e regolare di sale e pepe, far bollire.
Togliere dal fuoco ed unire il resto del burro mescolando con una frusta.
Questa crema servita tiepida e quindi fluida è adatta per pesce e verdure, perfetta per carciofi e asparagi .Quando raffredda addensa ed è quindi adatta per decorazioni , può sostituire la maionese.
Ingredienti per 4 persone: 3 finocchi, 200 g di mozzarella, 4
uova, la barba dei finocchi, 30 g di parmigiano, 1 noce di burro, 1/2 bicchiere di latte o
panna, 30 g di parmigiano, 1 cipolla bionda, olio extravergine, sale e pepe.
Affettare sottilmente la cipolla.Togliere la barbina ai finocchi, tenerla da parte ed affettare i finocchi.Mettere in una casseruola l'olio e far stufare la cipolla ed i finocchi, salare e pepare.
Ungere una pirofila o foderarla con carta forno e sistemare metà dei
finocchi.
Tritare grossolanamente la mozzarella.Cospargere sui finocchi la mozzarella, salare e pepare. Coprire con il resto dei finocchi.
In una terrina sbattere le uova, aggiungere il parmigiano, il latte, o la panna, la barbina del finocchio tritata e sale.
Mettere il composto sopra ai finocchi.
Passare in forno a 180°finché tutto sia rappreso e servire
Tritare grossolanamente la mozzarella.Cospargere sui finocchi la mozzarella, salare e pepare. Coprire con il resto dei finocchi.
In una terrina sbattere le uova, aggiungere il parmigiano, il latte, o la panna, la barbina del finocchio tritata e sale.
Mettere il composto sopra ai finocchi.
Passare in forno a 180°finché tutto sia rappreso e servire
FRITTELLE DI PASTA
NON LIEVITATA
Ingredienti per 6 o 7
frittelle: 250 g di farina 00, 150 g d'acqua,
8 g di lievito per dolci (mezza bustina) 2 cucchiaini di zucchero, 1 cucchiaino
di olio, sale un pizzico, zucchero q.b. per decorare, olio di
arachidi per friggere, q.b.
In una ciotola mettere la farina setacciata, lo zucchero, il
lievito e il sale. Fare la fontana e poco alla volta aggiungete l’acqua e
impastare. Quando l’impasto è quasi pronto unire anche l’olio. Impastare ancora un po’, e fare un panetto.
Dal panetto ricavare dei pezzi di circa 60/70 g l'uno.
Formare delle palline mettendole in tensione, coprire con pellicola o mettere in un contenitore ermeticamente chiuso.
A distanza di 20'/30'ripetere la pirlatura delle palline tenendole distanziate sempre in contenitore chiuso ermeticamente, meglio fare tale operazione per 3 o 4 volte.
Formare delle palline mettendole in tensione, coprire con pellicola o mettere in un contenitore ermeticamente chiuso.
A distanza di 20'/30'ripetere la pirlatura delle palline tenendole distanziate sempre in contenitore chiuso ermeticamente, meglio fare tale operazione per 3 o 4 volte.