Durante gli anni di liceo era stato sempre il migliore della classe, a luglio si era diplomato a pieni voti, in famiglia erano orgogliosi di lui.
Chiuso in camera in quel caldo giorno d’agosto meditava su come esporre ai genitori le sue aspirazioni per il futuro.
Doveva prendere coraggio e parlare, ormai ogni giorno a tavola l’argomento della sua scelta universitaria faceva da contorno.
-Ingegneria- sosteneva il padre.
- Meglio medicina- ribatteva sua madre -si trova sicuramente lavoro!.
Con la testa bassa sul piatto ascoltava senza intervenire, senza un cenno o uno sguardo.
Certamente scambiavano il suo silenzio come momento di riflessione, era di poche parole e al solito gli altri parlavano per lui.
Non poteva più rimandare e quella sera,a cena, prese la parola, prima che cominciasse la conversazione sugli esami ed il numero chiuso delle facoltà.
-Voglio fare il pizzaiolo!
Lo disse tutto d’un fiato, quasi gridando, le parole ormai fuori oscillarono e poi si frantumarono nel piatto di babbo e mamma.
Nessun cibo sarebbe stato più duro da digerire.
Gli sguardi corsero veloci e increduli ma il suo era irremovibile, aveva notoriamente un carattere deciso.
Il resto non fu facile, dovette fare i conti con l’ostilità della sua famiglia, il suo ingegno apparentemente sprecato creava imbarazzo a tutti.
Lavorò duramente in varie pizzerie come aiuto, intanto a tavolino metteva a punto con le sue ottime conoscenze di matematica, chimica e fisica la composizione e le dosi per la ricetta della sua pasta da pizza, provando e provando era arrivato ad un buon risultato anche nella stesura e cottura.
Alla fine dell’ inverno fu assunto come primo pizzaiolo in uno dei locali più rinomati della città.
Quella sera lo aveva catturato una certa malinconia, guadagnava bene , meglio di qualche neolaureato di sua conoscenza, ma i rapporti con i suoi genitori erano compromessi e si chiedeva se la sua scelta valesse tanto, mentre era assorto nei suoi pensieri si avvicinarono due ragazze, sicuramente straniere, era la terza sera che venivano a mangiare la pizza, certo non erano di quelle fissate con la dieta, una di loro in particolare era veramente bella con due splendidi occhi azzurri ed un sorriso contagioso.
L’altra parlava bene l’italiano, gli chiese se potevano ripassare a fine serata per fargli una proposta.
Naturalmente aveva accettato e per il resto della serata le pizze gli erano riuscite meglio del solito, comprese le loro.
Aveva seguito con lo sguardo il loro cenno di saluto fino poi a vederle apparire di nuovo più tardi.
Peggy, la bella ragazza, americana, in vacanza in Italia con la sua amica italo americana, aveva avuto l’incarico dal padre, proprietario di una catena di ristoranti e pizzerie, di ingaggiare un bravo pizzaiolo per la loro pizzeria a New York, lei era stata conquistata dalla sua pizza , la più buona che aveva mangiato durante quel suo viaggio.
Pensò al medico e all’ingegnere sfumati e sparò una cifra.
La ragazza, dopo la traduzione dell’amica, rispose semplicemente:
-Ok.
Ci fu solo il tempo di pensare ai documenti.
Insegue questi pensieri ogni volta che con la sua lussuosa macchina va a prendere i genitori all’aeroporto, come al solito li ospiterà nella sua villa, i suoi bambini usciranno gocciolanti dalla piscina per baciare i nonni che vedono sempre con gioia.
Eccoli , agitano la mano in segno di saluto, lo abbracciano, qualche lacrima di commozione, il loro figlio lontano è un affermato pizzaiolo, proprietario di alcune pizzerie, marito innamorato di Peggy, la prima che abbia creduto, senza esitazione, nel suo talento.
Chiuso in camera in quel caldo giorno d’agosto meditava su come esporre ai genitori le sue aspirazioni per il futuro.
Doveva prendere coraggio e parlare, ormai ogni giorno a tavola l’argomento della sua scelta universitaria faceva da contorno.
-Ingegneria- sosteneva il padre.
- Meglio medicina- ribatteva sua madre -si trova sicuramente lavoro!.
Con la testa bassa sul piatto ascoltava senza intervenire, senza un cenno o uno sguardo.
Certamente scambiavano il suo silenzio come momento di riflessione, era di poche parole e al solito gli altri parlavano per lui.
Non poteva più rimandare e quella sera,a cena, prese la parola, prima che cominciasse la conversazione sugli esami ed il numero chiuso delle facoltà.
-Voglio fare il pizzaiolo!
Lo disse tutto d’un fiato, quasi gridando, le parole ormai fuori oscillarono e poi si frantumarono nel piatto di babbo e mamma.
Nessun cibo sarebbe stato più duro da digerire.
Gli sguardi corsero veloci e increduli ma il suo era irremovibile, aveva notoriamente un carattere deciso.
Il resto non fu facile, dovette fare i conti con l’ostilità della sua famiglia, il suo ingegno apparentemente sprecato creava imbarazzo a tutti.
Lavorò duramente in varie pizzerie come aiuto, intanto a tavolino metteva a punto con le sue ottime conoscenze di matematica, chimica e fisica la composizione e le dosi per la ricetta della sua pasta da pizza, provando e provando era arrivato ad un buon risultato anche nella stesura e cottura.
Alla fine dell’ inverno fu assunto come primo pizzaiolo in uno dei locali più rinomati della città.
Quella sera lo aveva catturato una certa malinconia, guadagnava bene , meglio di qualche neolaureato di sua conoscenza, ma i rapporti con i suoi genitori erano compromessi e si chiedeva se la sua scelta valesse tanto, mentre era assorto nei suoi pensieri si avvicinarono due ragazze, sicuramente straniere, era la terza sera che venivano a mangiare la pizza, certo non erano di quelle fissate con la dieta, una di loro in particolare era veramente bella con due splendidi occhi azzurri ed un sorriso contagioso.
L’altra parlava bene l’italiano, gli chiese se potevano ripassare a fine serata per fargli una proposta.
Naturalmente aveva accettato e per il resto della serata le pizze gli erano riuscite meglio del solito, comprese le loro.
Aveva seguito con lo sguardo il loro cenno di saluto fino poi a vederle apparire di nuovo più tardi.
Peggy, la bella ragazza, americana, in vacanza in Italia con la sua amica italo americana, aveva avuto l’incarico dal padre, proprietario di una catena di ristoranti e pizzerie, di ingaggiare un bravo pizzaiolo per la loro pizzeria a New York, lei era stata conquistata dalla sua pizza , la più buona che aveva mangiato durante quel suo viaggio.
Pensò al medico e all’ingegnere sfumati e sparò una cifra.
La ragazza, dopo la traduzione dell’amica, rispose semplicemente:
-Ok.
Ci fu solo il tempo di pensare ai documenti.
Insegue questi pensieri ogni volta che con la sua lussuosa macchina va a prendere i genitori all’aeroporto, come al solito li ospiterà nella sua villa, i suoi bambini usciranno gocciolanti dalla piscina per baciare i nonni che vedono sempre con gioia.
Eccoli , agitano la mano in segno di saluto, lo abbracciano, qualche lacrima di commozione, il loro figlio lontano è un affermato pizzaiolo, proprietario di alcune pizzerie, marito innamorato di Peggy, la prima che abbia creduto, senza esitazione, nel suo talento.
PASTA DA PIZZA
Ingredienti per 6 persone:800g di farina, 3g di cubetto di lievito di birra, 1 cucchiaio colmo di sale, 1 cucchiaino colmo di zucchero, 2 cucchiai d’olio extravergine(facoltativo), 450ml d’acqua a temperatura ambiente.
Mettere 600g di farina nell’impastatrice o nel robot con le lame, unire il lievito sbriciolato, lo zucchero, l’olio, azionare a bassa velocità ed unire l’acqua poca per volta, aggiungere il sale e continuare a lavorare l’impasto che risulterà piuttosto morbido(fig.1) permettendo al robot di lavorarlo(fig.2), dopo 3 o 4 minuti unire il resto della farina(fig.3) e dopo che si sarà formato un impasto denso(fig.4) continuare a lavorarlo con le mani(fig.5) dandogli la forma di una palla ben levigata(fig.6).
Mettere in una terrina a lievitare(fig.7) coprendo con un canovaccio umido(fig.8).
Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume(fig.9) fare le porzioni formando delle palline ben levigate che metterete su un canovaccio leggermente infarinato(fig.10) coprendole(fig.11).
Dopo circa un’ora saranno ben lievitate(fig.12) e pronte per la preparazione di pizze o covaccini.
PREPARAZIONE DI PIZZA O COVACCINO
Infarinare la pala per adagiare la pizza in cottura (fig.1)Allargare ogni porzione un poco con il matterello poi continuare con le mani (fig.2) fino allo spessore e diametro desiderati(fig.3).
Preparare gli ingredienti desiderati (fig.4).
La mozzarella deve essere fior di latte e ben asciutta in modo che non faccia acqua sulla pizza.
Per ottenere una mozzarella asciutta si deve estrarre dal liquido di conservazione e tenere avvolta in carta da cucina assorbente cambiando la carta quando è bagnata, infine tritare la mozzarella e tenerla ancora avvolta in carta assorbente fino all’uso.
Il pomodoro deve essere di buona qualità, meglio evitare le passate pronte a meno che non abbiate la vostra casalinga, meglio frullare dei pelati sodi e ben sgocciolati.
L’olio per condire deve essere extravergine ed usato con moderazione, chi vuole può utilizzarlo a crudo, in tal caso consiglio di metterne qualche cucchiaio nel pomodoro per evitare che la pizza risulti troppo secca.
Condire le pizze a piacere senza mettere la mozzarella(fig.5, fig.6), porre a cuocere(fig. 7), quasi a fine cottura cospargere con la mozzarella tritata (fig.8) e farla fondere, (fig.9).
Se gradite si possono fare a due gusti (come piace a me, fig.10).
Se preferite il covaccino salare e condire con olio(fig. 11) poi mettere in cottura(fig. 12).
Per la cottura io uso il mio prezioso fornetto combinato(gas-elettricità fig. 13) che fa delle buone pizze, naturalmente chi possiede il forno a legna avrà un risultato migliore.
Nel forno normale usare la funzione statico a 200°, controllare che abbia raggiunto la temperatura prima di infornare la pizza.