Inizialmente avevo pensato di accompagnare questa
ricetta di recupero con una storia di
mare.
In realtà sono emersi gli insegnamenti
di due madri, la mia e quella di Carlo, mio amico d'infanzia, la cui presenza
ha popolato altre storie.
Iolanda, madre di tre maschi e la mia di tre femmine , unite dal numero e non
dal genere, ma sicuramente compagne
nelle problematiche di donne occupate e preoccupate nel far quadrare il
bilancio famigliare, cosa non semplice vista l'unica entrata a cui provvedevano i padri.
Se penso al mare penso alle domeniche a Marina di Pisa, se penso alle nostre
mamme le vedo rassettare buchi nei calzini, cucire toppe, fare e disfare maglioni utilizzando la lana vecchia ben tesa su gomitoli avvolti a mano stendendo il filo alla meglio, riadattare vestiti
di un figlio per l'altro che conservavano
in ordine nell'armadio, capi buoni tenuti per le occasioni, che erano rare.
Mi appaiono in cucina
a riciclare pane raffermo, e ,cosa
che oggi fa inorridire, utilizzare l'olio che aveva già fritto, macinare i pochi
avanzi di carne intridendoli di pane o patate per polpette il cui sapore
ricordiamo ancora senza riuscire a riprodurlo.
Tutto era prezioso, vigeva la
legge del "non sprecare", e a questo venivamo educati, così ancora
oggi faccio fatica a buttare qualcosa che possa diventare altro, la pulitura
delle verdure diventa polveri per brodo vegetale, per non parlare di tutti i
piccoli avanzi che mio figlio chiama i "cadaveri" che nel congelatore attendono idee per essere degnamente ricomposti.
Il mare era lontano, si raggiungeva dopo ore, le nostre madri invece ogni
giorno, ogni ora, ogni minuto ci erano di esempio.
Penso che la gioia di poter utilizzare i carapaci di questi buoni
gamberi, freschi di pesca, senza conservanti ,abbia unito l'amore per i sapori
del mare con il ricordo di un'antica educazione di economia famigliare del
riciclo, che non era fatta di parole ma di fatti reali, tangibili, come i
sandaletti tagliati in punta, le carte
alimentari conservate accuratamente che avvolgevano le nostre merende in
cartella, il grembiule di scuola che il primo anno era modello a vita bassa, il
secondo in vita regolare e il terzo stile impero.
Io e Carlo abbiamo vissuto questo .
Soddisfatta, ammiro la polvere profumata e colorata di questi crostacei in dispensa,
mentre i volti di Iolanda e Lorenza sono
impressi come tatuaggi di amorevole
inchiostro.
Polverizzarli finemente con un macina spezie
Da sinistra: gamberi rosa, mazzancolle, gamberi rossi