La mia mamma si era appena sposata ed era andata a vivere con la famiglia di mio padre, composta oltre ai suoceri dal cognato e dalla cognata.
Lei giovane donna di Gricigliana ,piccolo paese nella vallata del Bisenzio, trasferitasi da poco in città a Prato, non aveva ancora un lavoro, quindi stava a casa mentre tutti gli altri componenti lavoravano .Le spettava il compito di cucinare il pranzo così che i cinque lavoratori potessero trovare al loro rientro la tavola apparecchiata ed il cibo pronto.
Nella casa paterna non aveva mai cucinato, né le piaceva; aveva svolto faccende domestiche, ricamato, lavorato a maglia, intrecciato la paglia per borse e cappelli, ma non aveva nozioni culinarie né sentiva predisposizione per esse.
Lei giovane donna di Gricigliana ,piccolo paese nella vallata del Bisenzio, trasferitasi da poco in città a Prato, non aveva ancora un lavoro, quindi stava a casa mentre tutti gli altri componenti lavoravano .Le spettava il compito di cucinare il pranzo così che i cinque lavoratori potessero trovare al loro rientro la tavola apparecchiata ed il cibo pronto.
Nella casa paterna non aveva mai cucinato, né le piaceva; aveva svolto faccende domestiche, ricamato, lavorato a maglia, intrecciato la paglia per borse e cappelli, ma non aveva nozioni culinarie né sentiva predisposizione per esse.
Giovane e timorosa del giudizio dei suoi nuovi
famigliari non aveva avuto il coraggio di porre il problema.
Un giorno doveva fare la grandinina in brodo, pasta di piccolo formato composta da piccolissimi cilindri come se fosse ricavata dal minuscolo taglio di spaghetti.
Quando si avvicinò l'ora del pranzo, Lorenza mise a bollire il brodo e non avendo la minima idea di quanta grandinina fosse necessaria per sfamare i commensali gettò in pentola la quantità che le sembrava giusta.
Appena la pasta comincio a cuocere i minuscoli granelli all'apparenza innocui iniziarono a gonfiare in modo smisurato come se si moltiplicassero , il brodo scompariva e la massa bianca e pallinosa aumentava in modo esagerato.Mia madre cominciò a togliere con il ramaiolo parte della grandinina e per non far scoprire l'errore decise di gettarla dalla finestra del salotto, nella gora che vi passava sotto; dovette ripetere più volte la faccenda finché la densità della minestra le parve accettabile.
Di lì a poco quando tutti si sedettero a tavola il commento di mia nonna ignara fu:
-L'hai fatta un po' soda questa grandinina!
La mamma ci rammentava la sua avventura quando le capitava di preparare qualcosa in eccesso .
Io sono cresciuta convinta che quel tipo di pasta si chiamasse "grandinina soda"perché la mamma l'ha chiamata sempre così, non so se per burla o per il vivo ricordo dell'esperienza traumatica.
Un giorno doveva fare la grandinina in brodo, pasta di piccolo formato composta da piccolissimi cilindri come se fosse ricavata dal minuscolo taglio di spaghetti.
Quando si avvicinò l'ora del pranzo, Lorenza mise a bollire il brodo e non avendo la minima idea di quanta grandinina fosse necessaria per sfamare i commensali gettò in pentola la quantità che le sembrava giusta.
Appena la pasta comincio a cuocere i minuscoli granelli all'apparenza innocui iniziarono a gonfiare in modo smisurato come se si moltiplicassero , il brodo scompariva e la massa bianca e pallinosa aumentava in modo esagerato.Mia madre cominciò a togliere con il ramaiolo parte della grandinina e per non far scoprire l'errore decise di gettarla dalla finestra del salotto, nella gora che vi passava sotto; dovette ripetere più volte la faccenda finché la densità della minestra le parve accettabile.
Di lì a poco quando tutti si sedettero a tavola il commento di mia nonna ignara fu:
-L'hai fatta un po' soda questa grandinina!
La mamma ci rammentava la sua avventura quando le capitava di preparare qualcosa in eccesso .
Io sono cresciuta convinta che quel tipo di pasta si chiamasse "grandinina soda"perché la mamma l'ha chiamata sempre così, non so se per burla o per il vivo ricordo dell'esperienza traumatica.
Nella mia cucina questa volta è toccato alla purea di lenticchie ma non essendoci più a Prato le gore mi sono trovata ad inventare qualcosa per utilizzarla.Dopo averla usata per mantecare una risotto cotto in bianco o diluirla con brodo vegetale per una crema da servire con crostini croccanti sono andata oltre.
POLPETTE DI LENTICCHIE ROSSE
Ingredienti
per 4 persone: 250g di lenticchie rosse, 1 costa di sedano, 1 carota, 1 piccola cipolla bionda, 1
spicchio d'aglio, sale, pepe, olio extravergine.
Mettere trito e lenticchie in olio, salare, coprire con acqua e cuocere molto
finché le lenticchie saranno disfatte e ben ritirate, pepare(si può utilizzare
la pentola a pressione).
Lasciar raffreddare e conservare in frigo per alcune ore.
Formare delle polpette con la purea di lenticchie.
Passare ogni polpetta nel pangrattato aromatizzato con timo
Mettere in una teglia l'olio extravergine scaldare e cuocere le polpette per alcuni minuti su entrambi i lati per renderle croccanti.
Passare ogni polpetta nel pangrattato aromatizzato con timo
Mettere in una teglia l'olio extravergine scaldare e cuocere le polpette per alcuni minuti su entrambi i lati per renderle croccanti.
Servire.
Formare gli arancini riempiendoli con salsa di pomodoro densa e una mozzarellina.
Passare nel pan brioche.
Cuocere in forno ventilato a 180° per far dorare.
Avendo avuto la possibilità di provare questo strumento
Ecco
ARANCINO DI LENTICCHIE ROSSE
Ingredienti: purea di lenticchie,bocconcini di mozzarella , salsa di pomodoro, briciole di pane brioche salato.
Passare nel pan brioche.
Cuocere in forno ventilato a 180° per far dorare.