Come ogni anno ,pensa e prova, ho trovato cosa preparare in cucina, da mettere nei pacchi dono natalizi per amici e parenti; raggiunto lo scopo mi sono sentita soddisfatta ma poi ho scoperto alcune righe scritte da mia figlia ,ho pensato di condividerle perché riflettendo credo che la mia generazione, in fatto di regali, abbia gravemente dimenticato come si regalano speranze...
"...Erano altri tempi..."
Da qualche anno superati i 30, dopo l'università, tante prove superate e tante esperienze di lavoro in svariati campi (perchè è meglio non lasciarsi scappare nessuna possibilità...che non si sa mai), ancora ci sentiamo proporre collaborazioni alla stregua di volontariato, stage non retribuiti, progetti non pagati e quant'altro. Cambia il nome, ma la sostanza è la stessa.
Dico questo basandomi sulla mia esperienza in campo artistico e culturale, sull'esperienza dei miei colleghi e compagni di mille soddisfazioni professionali e altrettante difficoltà economiche. Tutti nella stessa barca, ci diciamo.
Non voglio fare qui un discorso sui tempi e sulla crisi, anzi non voglio farlo più nemmeno quando parlo con i miei coetanei di sgangheratezze. Perchè non ci possiamo sempre trincerare dietro questa ineluttabile motivazione, per quanto vera, accettando sconfortati che il nostro impegno e le nostre idee non valgano un centesimo.
Non starò qui adesso a scrivere parole che possano restituire scuotimenti di teste e sguardi avviliti. No, non lo farò. La lagna e la rassegnazione "perchè che vuoi farci, non è più come ai tempi dei nostri genitori" non possono essere la soluzione.
Analizzare è giusto.
Accettare anche.
Cambiare ed inventarsi un modo nuovo è la parte faticosa ma necessaria.
Se i tempi sono difficili, diversi, sfortunati, allora bisogna cambiare mentalità rispetto al passato, ci dobbiamo inventare un sistema alternativo per rendere le nostre vite soddisfacenti da tutti i punti di vista.
Da qualche anno superati i 30, dopo l'università, tante prove superate e tante esperienze di lavoro in svariati campi (perchè è meglio non lasciarsi scappare nessuna possibilità...che non si sa mai), ancora ci sentiamo proporre collaborazioni alla stregua di volontariato, stage non retribuiti, progetti non pagati e quant'altro. Cambia il nome, ma la sostanza è la stessa.
Dico questo basandomi sulla mia esperienza in campo artistico e culturale, sull'esperienza dei miei colleghi e compagni di mille soddisfazioni professionali e altrettante difficoltà economiche. Tutti nella stessa barca, ci diciamo.
Non voglio fare qui un discorso sui tempi e sulla crisi, anzi non voglio farlo più nemmeno quando parlo con i miei coetanei di sgangheratezze. Perchè non ci possiamo sempre trincerare dietro questa ineluttabile motivazione, per quanto vera, accettando sconfortati che il nostro impegno e le nostre idee non valgano un centesimo.
Non starò qui adesso a scrivere parole che possano restituire scuotimenti di teste e sguardi avviliti. No, non lo farò. La lagna e la rassegnazione "perchè che vuoi farci, non è più come ai tempi dei nostri genitori" non possono essere la soluzione.
Analizzare è giusto.
Accettare anche.
Cambiare ed inventarsi un modo nuovo è la parte faticosa ma necessaria.
Se i tempi sono difficili, diversi, sfortunati, allora bisogna cambiare mentalità rispetto al passato, ci dobbiamo inventare un sistema alternativo per rendere le nostre vite soddisfacenti da tutti i punti di vista.
La soluzione non può certo essere chiedere i soldi per vivere a mamma e papà. Non deve esserlo perchè a trent'anni è svilente e porta comunque a rinunciare ai propri sogni per sconforto. La soluzione, io, al momento, l'ho trovata non fermandomi mai. L'ho trovata facendomi in due, in tre, in quattro. Un lavoro mi permette di non essere ingoiata dai problemi pratici di affitto e spese, di produrmi una mostra per sostenere gli artisti giovani in cui credo, mi permette di viaggiare per vedere ciò che mi interessa, di acquisire una professionalità dignitosa che possa permettermi di non ritrovarmi disoccupata; un altro mi dà la possibilità di esprimermi creativamente, di scrivere e rimanere in contatto con un mondo complicato come quello dell'arte contemporanea; un altro ancora mi porta a poter pubblicare le mie opinioni e le mie idee sul mondo delle mostre e degli eventi culturali; e poi c'è il lavoro svolto con gli artisti e il tempo da dedicare allo studio per aggiornarsi ed approfondire. Forse un qualche futuro mi dirà se è giusto o meno, per il momento curo la mia stanchezza ma resto economicamente e intellettualmente viva.
Detto ciò, rimango fermamente convinta che la professionalità si formi con l'esperienza, con le prove e con i sacrifici, ma che per essere considerata tale abbia bisogno di essere riconoscuita economicamente. Ci si deve impegnare e fare tanti sacrifici, ma si deve poter vivere (anche solo sopravvivere) di un lavoro in cui si impiegano anima, testa e corpo.
Sto parlando di un mondo ideale, forse. Del mondo che vorrei, probabilmente.
Quelli dei nostri genitori erano altri tempi. Verissimo. Ma questi sono i nostri, dobbiamo farli noi.
Melania
TORRONE
Mettere il miele
in recipiente da bagnomaria e lasciatelo cuocere a"bagno maria", a fuoco basso per
un’ora e più(fig.1), mescolando spesso con un cucchiaio di legno finché assumerà un
aspetto fluido e ambrato, per chi ha il termometro 95°(fig.2 ). Comunque Il miele sarà
pronto, quando, versandone una goccia in poca acqua fredda si solidificherà.
Durante la cottura l’acqua del bagnomaria tenderà a evaporare e quindi si dovrà
aggiungerne altra, sempre bollente.
Poco prima che il miele sia cotto versare in una casseruola lo zucchero e
l’acqua e farlo cuocere a sciroppo mescolando ogni tanto per circa 20/25 minuti, per chi ha il termometro 120°(fig.3).Anche lo zucchero sarà
pronto quando una goccia versata in un piattino formerà una perla bianca e croccante.
Montare a neve ben soda gli albumi(fig.4), quindi unirli al miele ormai pronto(fig.5), inizialmente a mano con una frusta poi utilizzando le fruste elettriche .
Con questa aggiunta il miele si gonfierà(fig.6), diventando bianco e spumoso,
continuare a montare per cinque minuti(fig.7), quindi aggiungere anche lo sciroppo
di zucchero(fig.8) e frullare ancora sino a quando il composto risulterà gonfio e un po’ più denso(fig.9), dovrà infine
cuocere a lungo alternando mestolo e frullino (circa un’ora per il torrone morbido più a lungo per quello compatto), dopo essersi ristretto, comincerà a indurire(fig.10).Scaldare il forno per far tostare le nocciole, poi tritarle grossolanamente e tenerle in caldo nel forno spento si potranno lasciare anche intere(fig.11). Aggiungere le nocciole alla “cotta”(fig.12), mescolare con cura, in modo da riuscire ad amalgamare tutto perfettamentefig.13) cuocere ancora mescolando quando si otterrà resistenza il cotto è pronto. Foderare con l’ostia lo stampo. Versare il composto nello stampo(fig.14), livellare bene la superficie(fig.15) e coprire con un altro foglio di ostia pressando bene sulla superficie con un pestello o con un matterello(fig16)in modo che il composto riempia tutto lo spazio dello stampo per eliminare vuoti d’aria, si possono utilizzare anche dei pesi. Lo spessore del composto dovrebbe essere di circa 3 cm. Lasciare riposare fino a completo raffreddamento.
Solo allora capovolgere lo stampo su un piano (fig.17)e, con un grosso coltello, tagliare il torrone a pezzi della misura desiderata(fig.18) a questo punto se si vuol ottenere una durezza stabile mettere un po' in surgelazione; conservare il torrone in ambiente asciutto o in freezer
Se si vuole incartare a porzioni tipo torroncini, avvolgere in carta pergamena e poi in foglietti d’alluminio
.
Torrone from Cucinare Storie
CAVALLUCCI
Cavallucci: 500 g. di farina, 200 g. di zucchero, 50 g. di miele, 80g di canditi, 2 cucchiaini di semi d’ anice, 8 o 10 noci, 1
bustina di lievito, un pizzico di sale,
circa 100ml/g d’acqua, latte q.b.
Preparare uno sciroppo con acqua, zucchero e
miele. Versare lo zucchero, il miele e l’acqua in una casseruola.
Mettere sul fuoco fin quando lo zucchero si
sia sciolto e fare cuocere a fuoco basso per circa 5/10 minuti.
Mescolare insieme in una ciotola la farina setacciata, il lievito, il sale e gli altri ingredienti.
Aggiungere allo sciroppo gli ingredienti in un colpo, ed iniziare a lavorare energicamente con un cucchiaio di legno. L’impasto deve essere sodo, se lo fosse troppo aggiungere un po’ di latte.Versare la pasta sulla spianatoia leggermente infarinata, lasciarla raffreddare un pochino, e poi con le mani iniziare a lavorarla per farne una massa omogenea.
Grossi biscotti abbastanza irregolari. Deporre i cavallucci su una leccarda ricoperta da carta da forno, cosparsi di zucchero a velo. Infornare i cavallucci in forno a bassa temperatura per circa mezz’ora, in modo che possano asciugarsi senza colorire o a 180° per circa 15 minuti facendo attenzione a non farli colorire perché devono rimanere bianchi e morbidi.
Far raffreddare su una gratella e servirli. Accompagnare con vino passito o vinsanto.
Mescolare insieme in una ciotola la farina setacciata, il lievito, il sale e gli altri ingredienti.
Aggiungere allo sciroppo gli ingredienti in un colpo, ed iniziare a lavorare energicamente con un cucchiaio di legno. L’impasto deve essere sodo, se lo fosse troppo aggiungere un po’ di latte.Versare la pasta sulla spianatoia leggermente infarinata, lasciarla raffreddare un pochino, e poi con le mani iniziare a lavorarla per farne una massa omogenea.
Formare con la pasta dei filoncini.
Si taglieranno in porzioni dando ad ogni pezzetto una forma arrotondata e leggermente schiacciata in modo da ottenere la classica pezzatura e forma dei cavallucci. Grossi biscotti abbastanza irregolari. Deporre i cavallucci su una leccarda ricoperta da carta da forno, cosparsi di zucchero a velo. Infornare i cavallucci in forno a bassa temperatura per circa mezz’ora, in modo che possano asciugarsi senza colorire o a 180° per circa 15 minuti facendo attenzione a non farli colorire perché devono rimanere bianchi e morbidi.
Far raffreddare su una gratella e servirli. Accompagnare con vino passito o vinsanto.
Se si desidera un biscotto più morbido e dalla superficie meno levigata basta aggiungere al miscuglio di farina lo zucchero e preparare lo sciroppo solo con acqua e miele.
Giardiniera
Un grazie speciale a Franca che mi ha passato la ricetta.
Un grazie speciale a Franca che mi ha passato la ricetta.
Ingredienti: 2kg di verdure di stagione
miste(cipolline o scalogni, fagiolini,
carote, sedano, finocchi, cavolfiore, sedano rapa,
topinambur, torsoli di cavoli broccolo o verza…), 1litro d’aceto di mele, 1/2
litro di vino bianco, un bel pugno di sale grosso, 5 cucchiai di zucchero, 3
bicchieri d’olio extravergine d’oliva.
Lavare bene le verdure, tagliarle a pezzettoni
(tranne le carote che vanno aggiunte in ultimo perché anneriscono), metterle ad
asciugare su un canovaccio.
In un capace tegame mettere tutti gli ingredienti
Vino bianco
Zucchero e sale grosso
olio
comprese le verdure.
Porre sul fuoco e dall'ebollizione bollire calcolare 3 minuti poi chiudere il gas.
Mettere la verdura nei vasi.
Coprire con la marinata bollente.
Sigillare bene e capovolgere per il sottovuoto.Si può far raffreddare più velocemente in abbattitore in positivo.
La giardiniera si può consumare subito.
Nel caso si voglia consumarla in giornata allora si consiglia di farla bollire 5 minuti e far raffreddare la pentola immersa in acqua fredda, cambiando l’acqua più volte, in modo che la giardiniera si raffreddi velocemente.
Sottaceti come caramelle.
RispondiEliminaComplimenti a Melania, è davvero una bella riflessione e dimostra tanta determinazione...è degna figlia di sua madre, salutala da parte mia e un carissimo saluto a te, Chiara
RispondiEliminaCiao Chiara, riferirò a Melania il tuo complimento, ci sentiremo presto.
RispondiEliminaIvana