Da piccola non ricordo di aver mai visto mia madre
con le borse della spesa, né di averle mai sentito pronunciare:-Vado a fare la
spesa.
Eppure di bocche da sfamare ce n'erano a pranzo e a cena.
Eppure di bocche da sfamare ce n'erano a pranzo e a cena.
Non c'erano negozi in Via Santa Gonda dove sono nata, il più vicino era una
bottega sul Viale Montegrappa ma allora mi pareva un viaggio arrivarci con stradelle e campi da attraversare, di macchine
sul viale ne passavano a mala pena due
la mattina e una la sera, nonostante ciò le mamme si raccomandavano di non
spingerci fin là per il traffico.
Per l'approvvigionamento del pane arrivava, su
una piccola Ape, veicolo commerciale su tre ruote molto in voga
allora, il garzone del fornaio che
era un mattacchione e ci faceva gli scherzi poi, se era in buona, strizzava l'occhio e ci
allungava un pezzetto di schiacciata. Anche il lattaio trasportava con l'Ape il
bidone di
alluminio con dentro il latte ancora caldo,ci riempiva la bottiglia con la sua tazza da quartino e
l'imbuto.
Il lattaio era amato e odiato, il latte piaceva a noi bambini e le
mamma quando eravamo malati ci facevano la farinata dolce e addirittura se
c'era un uovo fresco anche la crema, ma
aveva la terribile fama di far sparire i
ciucci con la scusa che gli era appena
nato un vitellino e che per poter mungere la mamma mucca e non far piangere il cucciolo
doveva dargli il succhiotto, la
storiella era un valido aiuto per le
mamme che eliminavano il vizio senza prendersi grandi responsabilità.Nell'aia arrivava anche il venditore di pesciolini di Bisenzio che a volte aveva anche le anguille o le rane ...il tutto rigorosamente trasportato nelle due zucche secche svuotate, ben posizionate davanti e dietro alla bicicletta.Con l''estate giungeva la tanto attesa ape del gelataio e noi bambini che si "facevano i cannelli" dal babbo o dal signor Barghini venivamo ricompensati con un bel cono gelato da trenta lire e a volte anche da cinquanta.
Ad un certo punto degli anni '60 cominciò a passare anche "Viareggio" il camioncino che portava ,finalmente, un po' di pesce di mare.
Non ricordo vendita di altre cibarie a domicilio, quindi il resto che arrivava in tavola proveniva dall'orto, dal pollaio, dalla carciofaia( della quale ho già parlato), dall'uccisione del maiale(altro argomento trattato) e raramente, quando la mamma andava in centro, da qualche macelleria, ma il cartoccio era così piccolo che spariva in borsetta.
Ad un certo punto degli anni '60 cominciò a passare anche "Viareggio" il camioncino che portava ,finalmente, un po' di pesce di mare.
Non ricordo vendita di altre cibarie a domicilio, quindi il resto che arrivava in tavola proveniva dall'orto, dal pollaio, dalla carciofaia( della quale ho già parlato), dall'uccisione del maiale(altro argomento trattato) e raramente, quando la mamma andava in centro, da qualche macelleria, ma il cartoccio era così piccolo che spariva in borsetta.
In questo periodo dell'anno, quasi a fine inverno, un classico pasto era composto
dalla frittata di carciofi accompagnata dalla croccante insalata invernale che
il babbo sapientemente legava ai primi freddi, così le gelate non sciupavano
il cesto e il cuore si faceva bianco, mentre il freddo lo rendeva tenero; a quel tempo io non
sapevo che si chiamasse scarola e si potesse consumare anche cotta e cucinata
in tanti modi, non so forse era tradizione in altre regioni, comunque la mamma
quando ce n'era tanta la lessava e la passava in padella con aglio e olio ma io
non la mangiavo perché mi sembrava troppo amara, così l'insalata cotta era per me cibo
da grandi. Mi chiedevo sempre perché i carciofi della frittata avessero le
punte degli spicchi di color marrone, in
realtà troppo arrostite, non era rispetto di ricetta ma la fretta della mamma
che si metteva ai fornelli sempre un po'
in ritardo per la cena, accendendoli così al massimo per recuperare il tempo
dedicato alle altre tante faccende. Quando mi sono fatta grande ho capito e la
mia frittata ha assunto una cottura più rilassata, poi molto tempo dopo ho scoperto una versione più morbida e delicata con il clafoutis che propongo.
Il dolce non c'era quasi mai e la banana tanto amata era un lusso, oggi si lasciano marcire ed io mi ingegno e le recupero facendo dei deliziosi muffins.
Il dolce non c'era quasi mai e la banana tanto amata era un lusso, oggi si lasciano marcire ed io mi ingegno e le recupero facendo dei deliziosi muffins.
Tra personaggi più o meno strani che si alternavano in quel piccolo nostro mondo ce n'era uno che non avremmo mai voluto vedere, ma del quale non ci possiamo dimenticare, era il dentista che veniva con la sua macchina da Pisa e ci curava i denti così sull'aia.
Oggi sarebbe una cosa da far accapponare la pelle ... ma così è stato.
Ivana e Carlo
Oggi sarebbe una cosa da far accapponare la pelle ... ma così è stato.
Ivana e Carlo
CLAFOUTIS DI CARCIOFI
Ingredienti per 4 persone: 2 uova, 40 g di farina, curcuma o zafferano q.b., 60/80 ml di panna, 2 o 3 carciofi, 1 scalogno, 20g di burro o olio extravergine, sale, pepe, 30 g di parmigiano.
Sbucciare lo scalogno, tritarlo finemente e farlo appassire in una piccola padella con burro o olio e poca acqua e sale.
Mondare i carciofi eliminando le foglie più dure. Aprire a metà i carciofi, eliminare l’eventuale fieno all’interno e tenerli in acqua acidulata con il succo di limone. Da ogni metà ottenere tre o quattro spicchi.
Cuocere i carciofi a vapore mantenendoli piuttosto al dente.
Condire con poco olio e salarli.
Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve con un pizzico di sale.
Stemperare la curcuma o lo zafferano nella panna ed insaporire con sale e pepe.
Sbattere i tuorli ed incorporare la farina, mescolando bene per non fare grumi.
Alternando con il composto di panna e curcuma.
Unire il parmigiano.
Infine incorporare delicatamente gli albumi montati.
Ungere una pirofila con il burro, distribuire sul fondo lo scalogno e poi il composto di uova, distribuire gli spicchi di carciofi.
Cuocere in forno a 180° per 25 /30 minuti.
Servire tiepido accompagnando con insalatina.
Per questo clafoutis salato si possono utilizzare altre verdure quali finocchi, broccoli, cavolfiore, zucchine, cipollotti, pomodorini ed altre a piacere, si possono abbinare anche due o più tipi di vegetali.
PARMIGIANA
DI PANE E SCAROLA
Ingredienti
per 4 persone: 1 kg circa di scarola, 400 g di polpa di pomodoro a pezzetti, 250
g di provola, 1 piccola cipolla, 60 g circa di parmigiano grattato, sale, pepe,
olio extravergine, 8 fette di pane a cassetta, pangrattato q.b..
Lavare la scarola e tagliarla a striscette.
Sbucciare e tritare la cipolla, farla
appassire in olio e poca acqua.
Unire la scarola, salare, far cuocere.
Tostare leggermente le fette di pane.
Saltare i pomodori in olio, spruzzare con poco succo di limone e salare.
Distribuire sul fondo di una pirofila qualche cucchiaiata di sugo di pomodoro
Fare uno strato di scarola.
Spolverizzare di parmigiano.
Disporre sopra le
fette di pane a cassetta tostato leggermente.
Distribuire sul pane ancora sugo di pomodoro.
Disporre la scamorza a fettine.
Coprire con la scarola scarola rimasta.
Terminare con poco sugo di pomodoro, parmigiano e pangrattato.
Condire con un filo d'olio e mettere in forno a 180° per circa 20/25 minuti.
Servire la parmigiana tiepida.
CUPCAKE ALLA BANANA
Ingredienti
per circa 20 cupcake: 110 g burro, 140 g zucchero a velo, 3 g
lievito per dolci, 3 g bicarbonato, 100 g farina 00, 80 g fecola, 100 g
zucchero semolato, 2 uova, un pizzico di
sale, 125 g latte, 1 banana(circa 200 g si possono utilizzare anche quelle molto mature che nessuno vuole mangiare) , limone q.b.
Setacciare le
farine, con bicarbonato e lievito.
Sbucciare la banana, tagliarla a pezzetti, spruzzarla con poco limone, unire il latte e frullare utilizzando il minipimer.
Unire alla montata di burro un terzo di montata di uovo,
poi un terzo del mix di farine,
procedere alternando fino ad esaurimento degli ingredienti.
Unire all'impasto a filo la banana frullata, continuando a mescolare senza smontare.
Mettere gli stampi di carta per cupcake in stampi rigidi o di silicone o di alluminio.
Riempire gli stampi per due
terzi con il composto preparato aiutandosi con un porzionatore da
gelato, in modo da farli uguali in grandezza.
Per il
frosting: 200 g di mascarpone o formaggio spalmabile,
100 g panna, 70 g di zucchero a velo, 1 banana.
Montare la panna, il mascarpone o il formaggio spalmabile con 70 g di zucchero a velo. Aggiungere la
polpa di una banana frullata con il
minipimer e mescolare.Far raffreddare bene. Mettere il frosting in un sac a
'poches.
Quando i cupcake sono freddi, decorare con il frosting e con fettine di banana bagnate con succo di
limone (per evitare che anneriscano) o con le fragole.
Ingredienti per circa 20 cupcake: 125 g burro, 150 g zucchero a velo, 12 g lievito per dolci, 1/2 cucchiaino di bicarbonato, 150 g farina 00, 100 g fecola, , 2 uova, un pizzico di sale, 125 g latte, 3 banane(250 g di polpa), fragole o 1 banana per decorare, limone q.b.
Montare il burro ben morbido con 180 g zucchero a velo finché sia spumoso.
Unire alla montata di burro un uovo, solo quando il primo sarà ben amalgamato incorporare l'altro .
Unire alla montata di burro un uovo, solo quando il primo sarà ben amalgamato incorporare l'altro .
Setacciare le farine, con bicarbonato e lievito, unire poco alla volta alla montata di burro e uova amalgamando bene.
Sbucciare le banane, tagliarle a pezzetti, spruzzarle con poco limone, unire il latte e frullare utilizzando il minipimer.
Unire all'impasto a filo le banane frullate, continuando a mescolare senza smontare.
Mettere gli stampi di carta per cupcake in stampi rigidi o di silicone o di alluminio, riempire gli stampi per due terzi con il composto preparato aiutandosi con un porzionatore da gelato, in modo da farli uguali in grandezza.
Mamma mia Ivana come sei brava ..... mi domando come hai fatto a fare la maestra .... o forse meglio ... ma che maestra eri ?
RispondiEliminaUn commento ...ricordi ....sull'aia arrivavano altri venditori di cibarie uno era il venditore di Pesciolini di Bisenzio che a volte aveva anche le anguille o le rane ...il tutto rigorosamente sulle due Zucche "secche e svuotate apposta da pesci" ben posizionate davanti e dietro alla bicicletta ....l'altro d'estate l'Ape del gelataio ... e noi bambini che si "facevano i cannelli" dal tuo babbo o dal Barghini venivamo ricompensati con un bel cono gelato da 30 ma a volta anche da 50 !!!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMi è venuto in mente che ad un certo punto degli anni 60 cominciò a passare anche "Viareggio" il camioncino che portava (finalmente) un pò di pesce di mare anche da noi.
RispondiEliminaTrai tanti venditori "strani" chi si dimentica il Dentista che veniva con la sua macchina da Pisa e ci curava i denti così sull'aia !
Oggi sarebbe una cosa da far accapponare la pelle ..... ma così è stato.
Caro caro amico, ti adoro, grazie a te e alla tua memoria più lucida della mia ho potuto fare due belle integrazioni a "Senza fare la spesa" così le nostre memorie si intrecciano e i nostri ricordi rinverdiscono ed il racconto lo possiamo firmare insieme. Un amico è davvero un tesoro prezioso dopo tanti anni e anche a distanza.Ti abbraccio Ivana
RispondiElimina