venerdì 2 marzo 2018

Combens, i tre poggi, l'amore e la farinata gialla co' i cavolo nero.

Non si sa come mio nonno avesse riportato il nome Combens dalla Francia , dove era stato a svolgere il suo lavoro di scalpellino, né mai abbiamo saputo se la pronuncia e la scrittura del nome che decise di dare al secondo figlio maschio fosse giusta.
Comunque sia andata mio padre si è ritrovato quel nome strano e singolare del quale devo dire non l'ho sentito mai lamentarsi. Molti lo hanno storpiato, perfino mia madre  lo pronunciava Combesse, insomma non era facile da ricordare e da chiamare.
Ma questo non c'entra con il fatto che mio padre innamoratosi di mia madre, la sera per andare a far l'amore, come lui raccontava,
 si faceva a piedi tre poggi in un saliscendi  di sentieri in mezzo ai boschi, in realtà il loro far l'amore era vedersi in cucina poco più di un'ora sotto gli occhi di tutta la famiglia che fra l'altro era piuttosto numerosa, insomma per andare ad espletare il suo ruolo di fidanzato Combens doveva camminare un bel po';in estate la cosa poteva essere piacevole ma in inverno mi immagino che ci volesse una buona  dose d'amore per spingersi in tale impresa.
A volte arrivava prima di cena ed allora veniva invitato a sedersi a tavola; nei suoi racconti nominava la farinata gialla co' i cavolo nero che a lui giovanotto, benché reso affamato dai tre colli percorsi, risultava poco appetibile, una brodaglia come la definiva lui, che era abituato ai cibi più sostanziosi della mia nonna paterna, abile cuoca e consapevole dei tre uomini in casa da sfamare, reduci da giornate di pesante lavoro.
In casa di mia madre invece si mangiava di magro per le disponibilità economiche abbastanza scarse e anche per le abitudini contadine.
La farinata gialla co' i cavolo nero,  piatto della  tradizione Toscana è stato presente sulla nostra tavola in tutti gli anni di matrimonio dei miei genitori.Mia madre in inverno aspettava a fare la farinata quando il saporito cavolo nero aveva preso nell'orto le prime gelate che lo rendevano tenero.
Il babbo non si lamentava e la mangiava, forse dentro di sé  rievocando l'amore per la fidanzata, io invece  guardavo quel brodame con sospetto , il verde galleggiante e la consistenza non mi attiravano affatto, allora accusavo  mal di pancia e chiedevo il vasino, strategia che ripetevo spesso perché allora molti cibi non mi piacevano.
Con la scusa della cacca, mi mettevo sotto al tavolo seduta scomodamente e saltavo praticamente la cena, il bagno in casa non c'era e il vaso si incollava sul mio sedere lasciandomi un solco rosso mentre mia sorella Enrica si lamentava dicendo:-Possibile che dobbiamo mangiare con lei che fa i bisogni?

FARINATA GIALLA CO’ I CAVOLO NERO

INGREDIENTI per 4 persone:2 spicchi d’aglio, 1 cipolla, passata di pomodoro( mezzo bicchiere), 1 cespo di cavolo nero, 250 g di fagioli toscanelli  secchi (senza ammollo), 125 g circa di farina gialla,    sale,  pepe, olio extravergine


Lessare in acqua i fagioli aggiungendo 2 o 3 cucchiai di olio extravergine, 2 spicchi d'aglio interi ed 1 rametto di salvia, scolare e conservare l’acqua di cottura.
Passare nell’acqua di cottura dei fagioli 2 o 3 ramaioli di fagioli lessi in modo da rendere il brodo un po' più denso, salare.
 Sfilare le foglie del cavolo (la sfilatura consiste nel tirare contro senso la foglia in modo da eliminare la costola principale), lavarle accuratamente e tagliarle grossolanamente.
 Tritare l’aglio e la cipolla e metterli in una capace casseruola con poco olio e un po’ di brodo di fagioli, far cuocere un poco.
 Poi aggiungere il cavolo,
far stufare un po’, aggiustare di sale.
Unire il passato di pomodoro,  infine 3 mestoli di brodo di fagioli e far prendere l’ebollizione.

Diluire la farina gialla con un po’ di brodo di fagioli freddo
e unirla al brodo di cavolo, girare un po’ con un mestolo  
  Far cuocere piano la farinata per circa 25’/30’, mescolando ogni tanto e aggiungendo                                                             brodo di fagioli se occorre.
 

La farinata deve risultare da mangiare a cucchiaio.

Servirla caldissima nelle scodelle, aggiungendo qualche cucchiaiata di fagioli lessi, pepe e un filo d’olio extravergine crudo.
Con questa  ricetta tradizionale mi sono conquistata il primo posto.


2 commenti:

  1. Un piatto povero che da piccini ci "toccava "spesso mangiare ...e qualche volta con qualche pezzo " di carne secca " come si diceva allora .... allora da scansare oggi da leccarsi i baffi.

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  2. Molte cose dell'infanzia le apprezzi quando quel tempo è lontano, riflessione che non vale per la nostra amicizia apprezzata allora e oggi.Un abbraccio.

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